Sulla rigidità delle aste

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  • #2605
    Lefa
    Partecipante

    Dalle discussioni emerse in questi mesi, abbiamo capito che per beneficiare di una traiettoria di tiro pulita gioca una parte fondamentale la rigidità  dell’asta.
    Giorgio ha spiegato che non è facile trovare una freccia che accoppi rigidità  con una durezza decente, cosa ne pensate dell’impiego di un materiale composito acciaio/carbonio (o acciaio e qualche sorta di polimero) come proposto da anni da Picasso?
    Scegliendo un acciaio duro e con un alto peso specifico da usare come anima e ricoprendolo con un materiale dalle ottime caratteristiche meccanche si potrebbe arrivare al giusto equilibrio fra durezza e rigidità .
    Il gap di peso potrebbe essere sanato dal maggior peso della lega anima, la mancanza di rigidità  dalle propietà  dell’armatura.
    Non ho mai provato la freccia composita di Picasso ma sembra una via interessante per limitare lo spine, che ne pensate?

    #128897
    Marco78
    Partecipante

    @Lefa wrote:

    Dalle discussioni emerse in questi mesi, abbiamo capito che per beneficiare di una traiettoria di tiro pulita gioca una parte fondamentale la rigidità  dell’asta.
    Giorgio ha spiegato che non è facile trovare una freccia che accoppi rigidità  con una durezza decente, cosa ne pensate dell’impiego di un materiale composito acciaio/carbonio (o acciaio e qualche sorta di polimero) come proposto da anni da Picasso?
    Scegliendo un acciaio duro e con un alto peso specifico da usare come anima e ricoprendolo con un materiale dalle ottime caratteristiche meccanche si potrebbe arrivare al giusto equilibrio fra durezza e rigidità .
    Il gap di peso potrebbe essere sanato dal maggior peso della lega anima, la mancanza di rigidità  dalle propietà  dell’armatura.
    Non ho mai provato la freccia composita di Picasso ma sembra una via interessante per limitare lo spine, che ne pensate?

    ciao lefa,
    secondo me esiste il rischio di un fraintendimento di base : se stiamo parlando di materiali metallici, come è possibile avere una freccia rigida ma che non sia dura? alla fine le curve di sforzo-deformazione sono sempre le stesse.
    o forse non ho capito io 😕

    #128898
    Lefa
    Partecipante

    Direi che sei tu l’esperto sugli acciai, quindi probabilmente sono io ad aver scritto una sciocchezza :mrgreen:

    Correggimi pure dove sbaglio: credevo che la durezza è la flessibilità  fossero due parametri senza correlazione diretta poichè distinguo il modulo elastico dalla tempra 😳

    Ho detto idiozie vero?

    #128899
    Marco78
    Partecipante

    lefa ma quali idiozie ci mancherebbe 🙂 🙂
    I materiali metallici per fare aste se sono duri sono anche rigidi ( hanno un modulo di young alto )
    Secondo me il problema sta nel fatto che le aste commerciali spesso non sono uniformi in termini di caratteristiche meccaniche lungo la sezione. Hanno una pelle dura ed un cuore dolce. Il cuore coincide proprio con la punta.
    Non sarà  capitato solo a me di comprare una bella asta in inox, fletterla e sentirla rigida, poi alla prima fucilata su uno scoglio vederla spuntata pesantemeente…. 😥 😥

    #128900
    Fulvio48
    Partecipante

    marco78, ti occupi forse di metallurgia? Io ne so pochissimo, imparato (si fa per dire) sui tubi per telai da bici.
    Ripropongo i concetti di Lefa: spesso le aste sono sottoposte a trattamento che le indurisce superficialmente ma non le irrigidisce. Tale durezza superficiale potrebbe essere ottenuta mediante tempra termica o, immagino, possa essere ottenuta anche mediante l’utimo passaggio di trafilatura a freddo. Otteniamo così quelle aste che non ci convincono completamente.
    Mi domando: se venisse condotta una trafilatura a freddo per passaggi successivi a partire da una barra di acciaio opportuno con diametro generoso, per arrivare ai 6-7 mm finali, potrebbe produrre indurimento/irrigidimento di una corona circolare di maggior spessore? Questo, eventualmente, porterebbe ad una maggior rigidità  dell’asta?
    Grazie in anticipo per il tuo contributo.

    #128901
    Marco78
    Partecipante

    ciao Fulvio, mi occupo di metallurgia anche se aimè sto diventando sempre meno tecnico.
    La tua intuizione è assolutamente corretta. Senza volervi annoiare troppo magari posto qualche riga su come si fanno le barre in inox che poi possono diventare aste per fucili.
    Si parte da un filo di acciaio laminato a caldo ( vergella ) e trattato termicamente ( solubilizzato o ricotto ) per renderlo dolce, uniforme e deformabile a freddo ( in questo caso trafilabile ). Si inizia la trafilatura che altro non è che un passaggio consecutivo in utensili forati ( filiere ) a diametro decrescente. Questa riduzione consecutiva di sezione induce l’incrudimento ( aumento di resistenza meccanica e perdita di duttilità  ). Alla fine puoi avere del filo ( che dovrà  essere raddrizzato ) o direttamente una barra. La barra potrà  essere rullata, pelata o addirittura rettificata. Alcuni acciai inossidabili detti austenitici possono essere induriti solo tramite incrudimento a freddo. Non possono essere temprati e quindi acquisire indurimento tramite trattamento termico. Uno di questi è il 301. Se però, come spesso accade, il 301 ha poco carbonio, azoto e molto nichel (in pratica è un 302 ) e soprattutto non è trafilato con le riduzioni giuste, accade che solo la pelle ( strato corticale ) si indurisce mentre il cuore resta dolce. E’ per questo motivo che un’asta del genere ti sembra rigida ed al tempo stesso poco dura. E’ poco dura la punta, che coincide con l’asse dell’asta e quindi della barra, che si spunta quando centri lo scoglio.
    Esistono molti acciai inox con i quali è possibile realizzare aste : indurenti per precipitazione ( 17-4 PH ), duplex ( 2209 ), austenitici ( 301 ), martensitici ( 410 ). Alcuni di essi sono temprabili, ” indurenti per precipitazione “, incrudibili anche più del 301 o addirittura trattabili termochimicamente. Ma nessuno di essi, a costi ragionevoli, può avvicinare le caratteritiche meccaniche ( nello specifico il limite elastico ), di acciai non inox per molle, per cuscinetti o da bonifica. Questi acciai sono temprabili a cuore per i diametri di interesse delle aste ( 6/10 mm diciamo ). Ed inoltre sono monofase. Questo vuol dire risposta uniforme dopo lo sparo. Se l’ossidazione dell’acqua di mare è inaccettabile, si possono zincare, brunire, fosfatare, ricoprire etc. Le aste di un po’ di tempo fa com’erano ? C72 zincato ? C72 zincato vuole dire un semplice acciaio con lo 0.72 % di carbonio, patentato ( sottoposto a trattamento termico di patentamento) e poi zincato. Limite elastico diciamo 1200 MPa per un asta da 6,50 mm. Il C72 lo si usa per le molle dei materassi!!!!!. L’asta identica in C98 arriva ad un limite elastico minimo di 1400 MPa. Non trascurabile, costi nettamente inferiori rispetto ad un inox. L’asta identica fatta in un acciaio CrV per molle temprato e rinvenuto in olio : limite elastico minimo 1600 Mpa. La migliore in 17-4 PH induirito per precipitazione ( non nitrurato o nitrocarburato ) 1200 Mpa, come le molle dei materassi. Si possono fare mille esempi ma secondo me il discorso è sempre quello : limite elastico alto ed uniforme ( niente indurimenti superficiali ).
    scusate il papiro 🙁 mi rendo conto davvero eccessivo :smt015

    #128902
    Lefa
    Partecipante

    @Marco78 wrote:

    ] Hanno una pelle dura ed un cuore dolce. Il cuore coincide proprio con la punta.

    Un po’ come l’acciaio a pacchetto ? ma cosa genera la differenza tra l’anima e l’esterno se il materiale è unico e omogeneo?
    La tempra agisce solo sull’esterno (non mi risulta)?

    Levami questo dubbio:
    prendiamo due acciai, X e Y, con moduli elastici differenti, X ha un modulo piu alto di Y quindi risulta meno flessibile.
    Sottoponiamo questi acciai a trattamenti atti a conferire una durezza HR di categoria C diciamo di 50 per tutti e due.
    Sicuramente la tempra influirà  sul modulo elastico degli acciai, la mia domanda è, alla fine del trattamento il materiale che in origine aveva un me piu alto sarà  piu rigido a parità  di durezza?

    Grazie :smt023

    #128903
    Marco78
    Partecipante

    @Lefa wrote:

    @Marco78 wrote:

    ] Hanno una pelle dura ed un cuore dolce. Il cuore coincide proprio con la punta.

    Un po’ come l’acciaio a pacchetto ? ma cosa genera la differenza tra l’anima e l’esterno se il materiale è unico e omogeneo?
    Per gli inossidabili austenitici la velocità  relativa di deformazione pelle/cuore durante la trafilatura. Alla fine la pelle è molto deformata/incrudita con grani piccoli, il cuore è meno deformato/incrudito con grani grossi ( per grano intendi l”unità  elementare della matrice dell’acciaio )
    La tempra agisce solo sull’esterno (non mi risulta)?
    La tempra vera e propria, quella martensitica, dipende dalla temprabilità  ( jominy ), che descrive quanto un materiale trasforma martensiticamente in profondità . Come già  detto gli inox austenitici non sono temprabili. Un inox martensitico o indurente per precipitazione martensitico sì. Del resto i diametri delle barre che interessano a noi ( 6/10 mm ) sono talmente piccoli che la temprabilità  non è mai un problema
    Levami questo dubbio:
    prendiamo due acciai, X e Y, con moduli elastici differenti, X ha un modulo piu alto di Y quindi risulta meno flessibile.
    Sottoponiamo questi acciai a trattamenti atti a conferire una durezza HR di categoria C diciamo di 50 per tutti e due.
    Sicuramente la tempra influirà  sul modulo elastico degli acciai, la mia domanda è, alla fine del trattamento il materiale che in origine aveva un me piu alto sarà  piu rigido a parità  di durezza?

    Non è detto che X ed Y siano temprabili entrambe. Inoltre il modulo elastico non è così significativo. E’ nettamente più significativo il limite elastico, che tra l’altro è più facilmente misurabile ( prova a farci attenzione, alla fine il modulo elastico tipico degli acciai è sempre 205000 MPa… ). Tra l’altro lefa la durezza HRC misurata su una barra diam 6/10 mm è un po’ al limite. Se sbagli il centraggio la misura è totalmente sballata. Lo dice la norma non lo dico io. Se in più la barra è trattata termochimicamente, diciamo nitrocarburata, appena fai una HRC sfondi lo strato indurito e penetri nel cuore, anche qui sfalsando la misura. Insomma non va proprio bene…

    #128904
    Lefa
    Partecipante

    Scusa il ritardo, ho fatot una gitarella.

    Professinale e esaustivo come al solito, grazie :smt023

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