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21 Giugno 2010 alle 5:30 #5449dallisottoPartecipante
Mi concedo un piccolo spazio “poetico” per una esperienza che penso sia gia’ stata vissuta da molti di voi, e che spero che anche coloro che non l’hanno vissuta possano provare quanto prima.
Ho trascorso una settimana di vacanza in Corsica, nella zona compresa tra Porto Vecchio e Bonifacio, una vacanza familiare ma con annessa la voglia di pescare, di vedere fondali nuovi e provare a vedere qualche pesce in piu’ rispetto a quelli che girano dalle mie parti (Livorno&Co).Non mi soffermo sui risultati delle prime uscite, non ho preso niente di eccezionale o eclatante, non ho le capacità per farlo e non posto alcuna foto per evitare qualunque commento.
Mi voglio soffermare solo sull’ultima mia uscita: avevo gia’ anticipato, prima dentro di me, e poi anche “pubblicamente”, che sarei uscito cappottato, perche’ quell’ultima uscita era volta solo alla ricerca di una preda veramente particolare, qualcosa che davvero valesse la pena ricordare, per taglia o pregio o difficoltà della cattura.
Qualcosa che in cuor mio sapevo che non avrei preso ma che ogni pescatore sogna.E forse in questo senso ero già in qualche modo predisposto nell’animo a quel che sto per raccontarvi.
Dopo un po’ di girovagare nelle zone che nei giorni precedenti avevo ritenuto buone, mi spingo un pochino più a largo, sorvolando una prateria di posidonia nella speranza di trovare qualche pesciotto ramingo; ad un certo punto, nel pur limpidissimo mare di Corsica, vedo profilarsi la sagoma chiara di una zona granitica, che svetta dal fondo verde quasi verticale.
Mi avvicino a questa cattedrale di roccia e ne delineo meglio i confini, e subito spunta un branco di grosse salpe che staccatesi dal pascolare sul fondo sembrano introdurmi e guidarmi verso la zona rocciosa.
Il fondale e’ di circa dieci, dodici metri, ma sembra vicinissimo, le pareti di roccia si elevano in alcuni punti sino a un paio di metri dalla superficie; seguendo le salpe senza intenzione di insidiarle, mi affaccio oltre la muraglia granitica di quella Stonehenge del mare, e oltre la soglia di quella dimora si apre uno scenario fantastico: nuvole di saraghi si muovono quieti in quelle che paiono essere le navate del tempio, una bella cernia si muove sul fondo passando da una nicchia di pietra all’altra, osservandomi, sicura di sentirsi come la Somma Sacerdotessa inviolabile del luogo. Un’ancella di poco piu’ piccola le ronza attorno, piu’ schiva, mentre un gruppetto di pagri gironzola pigramente senza meta, e un branchetto di una ventina di piccoli barracuda si muove lento e in sincrono poco sotto la superficie, forse a cercar tepore nei raggi del sole al tramonto.Gia’ sufficientemente rapito, mi immergo a controllar una nicchia nascosta e profonda, e subito sulla soglia incontro le corvine, riesco a contarne quattro, cinque, poi altre più nascoste nella fessura ombreggiata della roccia.
Ho un debole per questo pesce, lo ammetto, e’ la mia “fidanzata” in acqua per i suoi colori e le sue movenze, ne posso vedere purtroppo cosi’ poche dalle mie parti che ogni incontro mi genera una sensazione speciale.
Gli esemplari che ho davanti sono tutti stimabili sui 4-5 hg, non sembrano impaurite piu’ di tanto, riesco a stare qualche attimo a guardarle che si rimescolano tra loro con il loro indefinibile colore bronzeo.
Non so se sia questa la sindrome di Stendhal, ma tiro indietro il fucile e mi concedo ancora qualche giro silenzioso sentendomi chiamato da Madre Natura a non violare niente di quel luogo.
Quando sono uscito non avevo sparato neppure una volta, ma neppure lo sguardo perplesso di chi mi aspettava e mi ha visto uscire a cavetto vuoto mi hanno turbato.Forse chi ha la fortuna di vivere in zone pescose non si rende conto della fortuna che ha, forse la volta successiva avrei sparato ad un paio di corvine non percependo la stessa emozione…per adesso mi godo quest’ultima pescata come la migliore della mia vita.
La prossima volta…vedremo…21 Giugno 2010 alle 5:37 #187948sommozzielloPartecipanteTi capisco, alle volte succede anche a me . . Solo che dopo riscendo e un pescetto lo porto a casa . .
21 Giugno 2010 alle 10:43 #187949Capitan SimonPartecipanteNicola, hai descritto benissimo ciò che si prova in certi casi, tuffandosi nei posti “giusti” di quelle acque per fortuna ancora ricchissime! 😀
Comunque, qualche più che sacrosanto tentativo di cattura, ci sta eccome per riuscire a “farsi la mano”. 😉
Proprio perchè da quelle parti hai modo di confrontarti subito con pesci più che rispettabili, affinando al meglio le tecniche dell’aspetto e dell’agguato.Solo un consiglio però: informati sempre benissimo e da più fonti su eventuali zone protette!
E in ogni caso, anche dove la epsca è consentita, non osare nemmeno pensare di sparare ad una cernia.In ogni caso, anche in zone aperte alla pescasub, tieni sempre un comprtamento corretto: giustamente i locali mal tollerano “sbruffoni” e superman che si lasciano andare a bottini troppo abbondanti e troppo “sbandierati”.
L’assicurazione, in luogo del vecchio permesso di pesca, do per scontato che tu già ce l’abbia. 😉
P.s.: Quelli sono fondali splendidi ma anche un pò traditori, gli unici assieme alla sardegna dove in effetti nei primi tuffi tenevo d’occhio il profondimentro. Era un attimo trovarmi a quote per me limite, pur se basse, ingannato da quell’acqua cristallina e dalle guglie di granito da sogno.
21 Giugno 2010 alle 11:22 #187950dallisottoPartecipante@Capitan Simon wrote:
Nicola, hai descritto benissimo ciò che si prova in certi casi, tuffandosi nei posti “giusti” di quelle acque per fortuna ancora ricchissime! 😀
Comunque, qualche più che sacrosanto tentativo di cattura, ci sta eccome per riuscire a “farsi la mano”. 😉
Proprio perchè da quelle parti hai modo di confrontarti subito con pesci più che rispettabili, affinando al meglio le tecniche dell’aspetto e dell’agguato.Solo un consiglio però: informati sempre benissimo e da più fonti su eventuali zone protette!
E in ogni caso, anche dove la epsca è consentita, non osare nemmeno pensare di sparare ad una cernia.In ogni caso, anche in zone aperte alla pescasub, tieni sempre un comprtamento corretto: giustamente i locali mal tollerano “sbruffoni” e superman che si lasciano andare a bottini troppo abbondanti e troppo “sbandierati”.
L’assicurazione, in luogo del vecchio permesso di pesca, do per scontato che tu già ce l’abbia. 😉
P.s.: Quelli sono fondali splendidi ma anche un pò traditori, gli unici assieme alla sardegna dove in effetti nei primi tuffi tenevo d’occhio il profondimentro. Era un attimo trovarmi a quote per me limite, pur se basse, ingannato da quell’acqua cristallina e dalle guglie di granito da sogno.
Nei giorni precedenti a quell’ultimo tuffo avevo fatto le mie catture e deliziato una lauta cena al barbecue.
Ma quell’ultimo giorno ero li’ solo per allenarmi e per cercare una eventuale preda davvero memorabile (per me, ovvio).Il pericolo per me di irritare i locali con carnieri troppo abbondanti, e’ remoto come la cometa di Halley.
Quanto alle zone proibite, mi ero stampato tutte le carte possibili immaginabili del dipartimento francese relativo alle AMP e sapevo perfettamente dove pescare.
Sono tesserato FIPSAS quindi in ragione di quanto ho letto ovunque, la tessera comprende una assicurazione personale.Mi ero portato dietro tutti gli appunti sulle misure minime e disposizioni varie di legge, tra cui il divieto della pesca alla cernia.
Ho sempre pensato che infrangere le regole in casa propria sia brutto, ma farlo in casa altrui e’ terribile, e non vorrei mai cadere in tale errore.
Per i fondali, hai ragione, ma a me il profondimetro metterebbe solo ansia e impaccerebbe tanto.
Principalmente mi regolo con la sagola del pallone.
Quando mi sono accorto che il pedagno non toccava terra, ho capito che ero in acque alte, pur essendo poco al largo.
Pero’ avevo fatto qualche discesa sul fondo compensando ben bene e mi ero trovato a mio agio.
Un paio di saraghi sono andato a prenderli in caduta sui 10-12 metri, quota che per me era impensabile.Ma a parte questo, ti giuro che la sensazione che ho avuto e’ stata meravigliosa. Sapevo bene che erano prede legittime, ma in quel momento ho preferito godermele vive.!
Nicola
21 Giugno 2010 alle 11:41 #187951MaxxxPartecipanteL’anno scorso sono stato in vacanza qualche giorno nel messinese e tutto contento ogni mattina davanti ad un mare calmo e cristallino mi immergevo fiducioso e speranzoso di fare qualche bella preda, che delusione!!!
Ero in un posto incantevole ma per quanto riguarda la fauna ittica un deserto, è pur vero che cercavo il sarago di taglia o la spigola “doc” ma vedere una simile desertificazione dovuta ad una pesca intensiva con reti e quant’altro mette davvero tristezza e sapere che ancora esistono nel nostro mare zone popolate come quelle descritte da Dallissotto mi rincuora un po’, forse anche io mi sarei fermato ad ammirare lo spettacolo ma un paio tiri li avrei comunque fatti 😉21 Giugno 2010 alle 12:24 #187952Capitan SimonPartecipante@dallisotto wrote:
ti giuro che la sensazione che ho avuto e’ stata meravigliosa. Sapevo bene che erano prede legittime, ma in quel momento ho preferito godermele vive.!
:thumbleft:
21 Giugno 2010 alle 16:29 #187953FELIXPartecipanteComplimenti davvero sia per il racconto(un pò l’ho vissuto anch’io),sia per il tuo comportamento.Io non so se sarei riuscito a non tirare mai. 😀
1 Luglio 2010 alle 12:00 #187954MonserPartecipanteBravo!
Hai capito tutto!PS: Anche a me le corvine fanno questo effetto: mi ipnotizzano!
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