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SARDENTICE81.
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14 Settembre 2011 alle 16:02 #242642
leoblack
Partecipante@SARDENTICE81 wrote:
@leoblack wrote:
“Ci sono molti campioni però e recorder che no si allenano in acqua per più di 6 mesi..ma a secco.. e poi prima della gara circa un 20 max 30 giorni si fanno il ciclo in mare “
Si chiama dispnea totale o parziale e viene gia adottata tantissimo.. è presente come argomento nei corsi di apnea academy, ed usata per allenare i ragazzi in piscina!.. ed è utilissima per allenare le contrazioni diaframmatiche,, tuttavia è opportuno avere aria scendendo in apnea.. senza ossigeno collassa il sistema nervoso! Oltre che il blood shift (emocompensazione) diventa devastante!La didattica AA dice di non buttare mai fuori l’aria in apnea! Collassi parziali dei valori gassosi!Black OUT (sincope- o samba)questo lo dice qualsiasi didattica che non sia stata scritta da un incompetente, mi sembra ovvio che sia pericolosissimo risalire, soprattutto da certe profondità espellendo l’aria, primo perchè anche se in minima parte può contenere ancora del prezioso ossigeno e secondo, come giustamente hai detto, per non far crollare la pressione parziale dell’ossigeno stesso, il che può succedere anche senza espellere l’aria.
ricordiamoci che moltissime sincopi arrivano proprio negli ultimi metri della risalita.ma in questo caso si parla di un allenamento abbastanza nuovo ancora non del tutto studiato, quindi bisogna lasciare il beneficio del dubbio e attendere che ci studino ancora.
se così non si facesse e non si fosse fatto negli anni saremo ancora convinti di non poter scendere perchè il nostro corpo non può sopportare pressioni oltre tot metricalcolando che fino a 30 anni fa o poco piu’ si reputava rischioso scendere oltre i 110 metri (rischio morte).. perchè dopo quel punto le 12 atm che si manifestano creano problemi di compensazione e l’aria intaccata nel polmoni è ridotta al valore residuo! e che come si vede Herbert Nitsch è sceso con una bottiglia per richiamare l’aria in compensazione oltre i 200 m.. per quanto riguarda l’allenamento a secco.. si pratica già da un po’,, ma giustamente l’evoluzione trova sempre escamotage appetitivi per avanzare.. detto questo i problemi all’80 % si hanno negli ultimi 10 metri, e specie se si risale veloci, la pressione diminuisce drasticamente e l’espandersi del polmone, richiamando gas ormai pensi.. crea collassi e e e e e e …….
14 Settembre 2011 alle 16:07 #242643icaro
MembroRicordo una cosa: nelle discese NoLimits si scende in assetto variabile con zavorra libera.
Scendendo con polmoni vuoti, dopo adeguata ventilazione, si risparmia in attrito e idrodinamica visto il volume minore del corpo, non chè si riducono alcuni rischi per la compressione e decompressione troppo veloci… (decompressione esplosiva parrebbe il limite, ma nessuno risalirebbe così veloce) il che significa possibilità di maggior velocità di discesa e di risalita, oltre a maggior profondità raggiungibile nello stesso tempo.Per scender e risalire ci mette poco più di 2minuti, quindi il suo ragionamento era:
– se resistessi in apnea senza aria nei polmoni per 2minuti, riuscirei a ripetere il mio precedente record con quest’altra tecnica;
– se ripetessi la prova in acqua, con riflesso di immersione e con aumento delle quote e pressione sul mio corpo, la mia autonomia sarebbe ben maggiore di 2minuti;
– con una nuova autonomia maggiore di 2minuti potrei polverizzare il mio record (che battè il precedente detentore di ben40metri) arrivando dove nessun altro è arrivato.
– se ci riescono le foche, perchè non ci dovrei riuscire io.Poi ovviamente ciò che dice mauro650 è sacrosanto… l’argomento della mia domanda è senza dubbio una cosa molto pericolosa… oltre che controproducente e che va contro ogni logica nel nostro sport, però a livello di opinione, chiacchiera, riflessione possiamo ragionarci e ipotizzarci su! 🙂 Di sicuro prima di scendere riempo al massimo i miei polmoni, sempre e comunque.
14 Settembre 2011 alle 16:15 #242644SARDENTICE81
Moderatorecerto, in un certo senso siamo anche un po’ ot, nonostante l’attinenza, inteso come dice icaro e mauro che questi per noi devono restare semplicemente dei discorsi e delle considerazioni, un po’ come se parlassimo di aerodinamica di F1 e relativi benefici essendo dei piloti amatoriali di velocità in salita.
gli appassionati di motori apprezzeranno l’esempio 😀14 Settembre 2011 alle 16:23 #242645leoblack
Partecipante@SARDENTICE81 wrote:
certo, in un certo senso siamo anche un po’ ot, nonostante l’attinenza, inteso come dice icaro e mauro che questi per noi devono restare semplicemente dei discorsi e delle considerazioni, un po’ come se parlassimo di aerodinamica di F1 e relativi benefici essendo dei piloti amatoriali di velocità in salita.
gli appassionati di motori apprezzeranno l’esempio 😀in dinamica è opportuno fare il pieno al tot massimo di aria in quanto la si perde nella compensazione.. in statica cercare di non strafare nell’incamerare aria.. perchè controproducente.. manda in tensioni varie parti del corpo.. compreso diaframma..poco rilassamento ..meno tempo in apnea
14 Settembre 2011 alle 17:20 #242646ccco
Partecipante@leoblack wrote:
@SARDENTICE81 wrote:
certo, in un certo senso siamo anche un po’ ot, nonostante l’attinenza, inteso come dice icaro e mauro che questi per noi devono restare semplicemente dei discorsi e delle considerazioni, un po’ come se parlassimo di aerodinamica di F1 e relativi benefici essendo dei piloti amatoriali di velocità in salita.
gli appassionati di motori apprezzeranno l’esempio 😀in dinamica è opportuno fare il pieno al tot massimo di aria in quanto la si perde nella compensazione.. in statica cercare di non strafare nell’incamerare aria.. perchè controproducente.. manda in tensioni varie parti del corpo.. compreso diaframma..poco rilassamento ..meno tempo in apnea
in dinamica non si compensa 😕 forse volevi dire in costante…o mi son perso io!!! 😉 🙄
14 Settembre 2011 alle 17:23 #242647SARDENTICE81
Moderatore@ccco wrote:
in dinamica non si compensa 😕 forse volevi dire in costante…o mi son perso io!!! 😉 🙄
magari ci sono piscine con fondo di 25 metri e fai la dimanica su e giù invece che avanti e indietro e noi non lo sappiamo
😉 😀14 Settembre 2011 alle 17:25 #242648ccco
Partecipante@SARDENTICE81 wrote:
@ccco wrote:
in dinamica non si compensa 😕 forse volevi dire in costante…o mi son perso io!!! 😉 🙄
magari ci sono piscine con fondo di 25 metri e fai la dimanica su e giù invece che avanti e indietro e noi non lo sappiamo
😉 😀ogni giorno scopro qualcosa da imparare…
cmq visto che tra un mese sarò a sharm vado a farmi la mia buona ora di piscina…dinamica ehm no… costante 😀 😉
14 Settembre 2011 alle 17:28 #242649leoblack
Partecipante@SARDENTICE81 wrote:
@ccco wrote:
in dinamica non si compensa 😕 forse volevi dire in costante…o mi son perso io!!! 😉 🙄
magari ci sono piscine con fondo di 25 metri e fai la dimanica su e giù invece che avanti e indietro e noi non lo sappiamo
😉 😀si ragazzi era inteso in mare e in profondità ,,, cmq ci sono le piscine profonde.. apposite per l’apnea e l’ara circa 20-25metri per l’appunto.. e a dirla tutta parlando con mio padre ho pensato di proporgli un investimento.. creare una piscina profonda (ovviamente al coperto) per aprire corsi più seri di apnea.. dove i ragazzi possono subito approcciare alla massa d’acqua sovrastante senza aspettare il mare.. Ora sto valutando il costo.. è molto costosa fare una cosa cosi, ma penso col tempo e il nome si ripaghi facilmente! Poi è tutto in ipotesi ora..le conoscenze non mi mancano
15 Settembre 2011 alle 6:08 #242650MAURO650CS
Partecipante@leoblack wrote:
@SARDENTICE81 wrote:
@ccco wrote:
in dinamica non si compensa 😕 forse volevi dire in costante…o mi son perso io!!! 😉 🙄
magari ci sono piscine con fondo di 25 metri e fai la dimanica su e giù invece che avanti e indietro e noi non lo sappiamo
😉 😀si ragazzi era inteso in mare e in profondità ,,, cmq ci sono le piscine profonde.. apposite per l’apnea e l’ara circa 20-25metri per l’appunto.. e a dirla tutta parlando con mio padre ho pensato di proporgli un investimento.. creare una piscina profonda (ovviamente al coperto) per aprire corsi più seri di apnea.. dove i ragazzi possono subito approcciare alla massa d’acqua sovrastante senza aspettare il mare.. Ora sto valutando il costo.. è molto costosa fare una cosa cosi, ma penso col tempo e il nome si ripaghi facilmente! Poi è tutto in ipotesi ora..le conoscenze non mi mancano
io ci vengo!!! 😀 Però più profonda della nemo33… 😉
27 Settembre 2011 alle 10:59 #242651sdentex2000
Partecipantesono gli esercizi presi dal mio libro di educazione fisica sono esercizi per la corsa campestre che se non sei abituato ti fanno calpestare la lingua cosi si allenano gambe e polmoni poi torno a casa stretching e 1 a piedi km per andare a scuola
Ps alcuni esercizi li faccio in apnea
e poi al mare faccio una 50 di mt di dinamica
<!–m →http://www.pescasubacquea.net/wp-content/uploads/phpbb/4825_294fe511115a6fee3a2a7ee2f88175a0.jpg<!–m →22 Ottobre 2011 alle 21:18 #242652vikingo
PartecipanteLa mia modestissima opinione, dopo aver superato corsi di apnea con risultati modesti, gli stessi che avevo nei periodi di maggior frequenza in mare, è quella di andare a fare pesca subacquea il più spesso possibile con dentro l’emozione viva della prima volta, con la voglia di “andar per mare” con il freddo o la burrasca, entrando in acqua sentendo di ricevere il calore e l’accoglienza come in nessu altro luogo, rilassando il nostro corpo e la nostra mente perché il mare è in noi e noi siamo il mare, diventando tutt’uno, ascoltando il proprio corpo nei minimi particolari con lo scopo di superare le difficoltà individuali ed abbassare le barriere che ci limitano perché ognuno di noi è diverso dall’altro! d’altronde i pescatori di perle non avevano grandi maestri alle spalle, quel grande uomo che si tuffò in mare per pochi spiccioli recuperando l’ancora a più di 70 metri non aveva fatto pranaiama o yoga o corsi, i grandi atleti si susseguono uno dopo l’altro quindi dovremmo fare un corso all’anno??? una didattica è migliore dell’altra, quindi tutto ciò significa che nessuno ha il segreto della vita eterna o, nel nostro caso, la formula magica per i 7 minuti di apnea o il dentice da 10 chili. Il nostro mondo è ricerca continua di conferme o smentite: si implode al di sotto dei 50 metri? questa era una domanda che terrorizzava l’umanità fino a poco più di 50 anni fa; Un grande atleta ha schiaffeggiato la scienza oltrepassando i limiti dell’immaginazione umana. La pesca subacquea è ben diversa dall’apnea pura; noi pescasub, durante un’apnea, abbiamo la nostra mente infuocata da immagini che provocano emozioni infinite: il nascondiglio ideale, la posizione più consona, l’ipotetica preda che arriverà da quel blu, essenza dei nostri sforzi e sacrifici! L’autocontrollo davanti ad un bestione che ci punta pensando di mangiarci invece diventa egli stesso preda, avendo la sintonia perfetta con il nostro corpo che ci permette di tornare in superficie vivi e nel pieno controllo dei nostri atti. In una semplice apnea c’è un solo ostacolo da superare: il proprio io! pochi uomini (o donne) hanno questa capacità : restare soli con se stessi a 220 metri di profondità senza perdere il controllo. Noi comuni mortali ci accontentiamo di entrare in mare ed uscirci illesi, senza strafare, magari con una bella cena appesa al fianco, quindi quale migliore allenamento dell’azione stessa?
26 Ottobre 2011 alle 14:41 #242653Max
Moderatore@vikingo wrote:
La mia modestissima opinione, dopo aver superato corsi di apnea con risultati modesti, gli stessi che avevo nei periodi di maggior frequenza in mare, è quella di andare a fare pesca subacquea il più spesso possibile con dentro l’emozione viva della prima volta, con la voglia di “andar per mare” con il freddo o la burrasca, entrando in acqua sentendo di ricevere il calore e l’accoglienza come in nessu altro luogo, rilassando il nostro corpo e la nostra mente perché il mare è in noi e noi siamo il mare, diventando tutt’uno, ascoltando il proprio corpo nei minimi particolari con lo scopo di superare le difficoltà individuali ed abbassare le barriere che ci limitano perché ognuno di noi è diverso dall’altro! d’altronde i pescatori di perle non avevano grandi maestri alle spalle, quel grande uomo che si tuffò in mare per pochi spiccioli recuperando l’ancora a più di 70 metri non aveva fatto pranaiama o yoga o corsi, i grandi atleti si susseguono uno dopo l’altro quindi dovremmo fare un corso all’anno??? una didattica è migliore dell’altra, quindi tutto ciò significa che nessuno ha il segreto della vita eterna o, nel nostro caso, la formula magica per i 7 minuti di apnea o il dentice da 10 chili. Il nostro mondo è ricerca continua di conferme o smentite: si implode al di sotto dei 50 metri? questa era una domanda che terrorizzava l’umanità fino a poco più di 50 anni fa; Un grande atleta ha schiaffeggiato la scienza oltrepassando i limiti dell’immaginazione umana. La pesca subacquea è ben diversa dall’apnea pura; noi pescasub, durante un’apnea, abbiamo la nostra mente infuocata da immagini che provocano emozioni infinite: il nascondiglio ideale, la posizione più consona, l’ipotetica preda che arriverà da quel blu, essenza dei nostri sforzi e sacrifici! L’autocontrollo davanti ad un bestione che ci punta pensando di mangiarci invece diventa egli stesso preda, avendo la sintonia perfetta con il nostro corpo che ci permette di tornare in superficie vivi e nel pieno controllo dei nostri atti. In una semplice apnea c’è un solo ostacolo da superare: il proprio io! pochi uomini (o donne) hanno questa capacità : restare soli con se stessi a 220 metri di profondità senza perdere il controllo. Noi comuni mortali ci accontentiamo di entrare in mare ed uscirci illesi, senza strafare, magari con una bella cena appesa al fianco, quindi quale migliore allenamento dell’azione stessa?
Ti quoto alla grande 😉
29 Gennaio 2012 alle 18:07 #242654gianlucaxyz
Partecipante@Max wrote:
@vikingo wrote:
La mia modestissima opinione, dopo aver superato corsi di apnea con risultati modesti, gli stessi che avevo nei periodi di maggior frequenza in mare, è quella di andare a fare pesca subacquea il più spesso possibile con dentro l’emozione viva della prima volta, con la voglia di “andar per mare” con il freddo o la burrasca, entrando in acqua sentendo di ricevere il calore e l’accoglienza come in nessu altro luogo, rilassando il nostro corpo e la nostra mente perché il mare è in noi e noi siamo il mare, diventando tutt’uno, ascoltando il proprio corpo nei minimi particolari con lo scopo di superare le difficoltà individuali ed abbassare le barriere che ci limitano perché ognuno di noi è diverso dall’altro! d’altronde i pescatori di perle non avevano grandi maestri alle spalle, quel grande uomo che si tuffò in mare per pochi spiccioli recuperando l’ancora a più di 70 metri non aveva fatto pranaiama o yoga o corsi, i grandi atleti si susseguono uno dopo l’altro quindi dovremmo fare un corso all’anno??? una didattica è migliore dell’altra, quindi tutto ciò significa che nessuno ha il segreto della vita eterna o, nel nostro caso, la formula magica per i 7 minuti di apnea o il dentice da 10 chili. Il nostro mondo è ricerca continua di conferme o smentite: si implode al di sotto dei 50 metri? questa era una domanda che terrorizzava l’umanità fino a poco più di 50 anni fa; Un grande atleta ha schiaffeggiato la scienza oltrepassando i limiti dell’immaginazione umana. La pesca subacquea è ben diversa dall’apnea pura; noi pescasub, durante un’apnea, abbiamo la nostra mente infuocata da immagini che provocano emozioni infinite: il nascondiglio ideale, la posizione più consona, l’ipotetica preda che arriverà da quel blu, essenza dei nostri sforzi e sacrifici! L’autocontrollo davanti ad un bestione che ci punta pensando di mangiarci invece diventa egli stesso preda, avendo la sintonia perfetta con il nostro corpo che ci permette di tornare in superficie vivi e nel pieno controllo dei nostri atti. In una semplice apnea c’è un solo ostacolo da superare: il proprio io! pochi uomini (o donne) hanno questa capacità : restare soli con se stessi a 220 metri di profondità senza perdere il controllo. Noi comuni mortali ci accontentiamo di entrare in mare ed uscirci illesi, senza strafare, magari con una bella cena appesa al fianco, quindi quale migliore allenamento dell’azione stessa?
Ti quoto alla grande 😉
azz anche io quoto! Pero’ anche il know how vuol di’…eh… 🙂
6 Febbraio 2012 alle 16:30 #242655Capitan Simon
PartecipanteStraquoto pure io Vikingo e MAURO650CS!!!
Ottima cosa allenarsi in piscina, nuoto e apnea, statica e dinamica, ottima cosa abbinare attivita aerobiche tipo corsa e bicicletta, ottima cosa un pò di palestra NON spinta, specie per chi, come il sottoscritto è cronicamente carente di muscolatura…
Però, straconvinti di queste cose, ci capita di allenarci alla grande, come mai si era fatto in passato, arrivare anche a discreti risultati personali (ovvio, non assoluti) in piscina, poi durante i primi tuffi A PESCA della bella stagione (oltre i 15 mt), ci si ritrova tempi all’aspetto DIMEZZATI rispetto quando un paio d’anni prima l’allenamento era pochissimo e frammentario.
Però, memoria alla mano ci si ricorda che due anni prima, in pirmavera, si era IN MARE acqua quasi ogni fine settimana e non ogni 2 mesi… 😥Tradotto, la forma fisica è fondamentale si, ma tanto quanto l’abitudine a stare in mare e non solo nei 2-4 metri della piscina!
Il corpo, per render bene a pesca, ha bisogno del mare, di andare a pesca!!!E non parlo affatto di scendere a quote elevate, anzi, il contrario. Però il corpo (almeno il mio) sembra aver bisogno di quei pochi metri in più, per abituarsi a quella leggera pressione in più sulla gabbia toracica, a quelle manovre leggermente diverse nel compensare. Così, con quell’allenamento in mare, il rilassamento sul fondo è totale, i tempi doppi e la sicurezza quadrupla.
Altrimenti, faccio quel pò di fatica in più che toglie il gusto, che dimezza “inspiegabilmente” i tempi di apnea. Ridicoli rispetto a quelli sperimentati in dinamica in vasca e nonostante l’ottima preparazione a secco e in vasca…6 Febbraio 2012 alle 17:47 #242656DENTEX70
ModeratoreMi trovate solo in parte d’accordo, credo che il problema di fondo di alcuni soggetti e persone sia l’approccio, non fraintendetemi, prendo ad esempio Il Capitano perchè in piscina si e in mare nò, perchè Vikingo fa un corso e non nota nessuna differenza sostanziale, l’uomo per sua natura è scettico ha bisogno quasi sempre della folgorazione, altrimenti quello che si è fatto non è servito a nulla, è l’approccio sbagliato ci si aspetta sempre qualcosa probabilmente è la vita moderna ad averci cambiato l’atteggiamento verso il nuovo dobbiamo sempre ottere, questo è molto sbagliato. E la prova lampante è la non continuità prestazionale, l’uomo non è un compiuter non basta premere un tasto per ottenere in cambio una prestazione, quando noi facciamo una cosa per noi stessi non dobbiamo aspettarci nulla ma allo stesso tempo essere recettivi e con un atteggiamento favorevole a quello per cui ci rompiamo il mazzo. I risultati arriveranno, avete presente il tetris ogni cubotto và messo al punto giusto e nella giusta posizione, e quando noi svolgiamo un lavoro sulla nostra persona che sia fisico o mentale dobbiamo riempire tutti i vuoti sino ad arrivare ad ottenere quello che desideriamo. La preparazione sia quella in piscina che a secco è un tassello importante, tecniche come yoga, treinig autogeno , meditazione e tecniche di rilassamento sono tutte dei tasselli, ma se noi ci fissiamo in testa che nulla è come il mare allora abbiamo perso in partenza.
il nostro presupposto dovrà esser quello che tutto il nostro impegno è propedeutico al godimento del mare, insinuare il pensiero negativo che nulla è come il mare farà si che l’organo più potente e più avido che noi abbiamo lavori subdolamente contro di noi. Il nostro cervello fa da freno insinuando barriere psicologiche che a volte sfociano in vere e proprie paure.
Se l’allenamento fisico ci mantiene in forma e ci permette una permanenza di ore senza sentire la stanchezza , l’allenamento a tenere a bada il nostro cervello con le varie tecniche di rilassamento, ci serve per goderci potenzialità che non ci sognavamo neanche, agire con automatismi che non sapevamo manco di avere in caso di pericolo, tutto questo lo si può ottenere in 2 modi: il primo vi buttate per anni sperando di avere un mix di esperienze positive e negative che vi consentano di avere un bagaglio in grado di esser pronti ad ogni sollecitazione. Il secondo fare un bel corso con la testa libera da pregiudizi e convinzioni ataviche su vostre superiorità congenite, e assorbire come un bambino che inizia ad andare in bicicletta, otterrete così in meno tempo e con meno rischi le stesse cose.
In più quello che il mare non vi darà mai è il controllo totale su voi stessi incanalando a dovere tutti i pensieri in modo da godersi veramente rilassati qualsiasi situazione.
Piccolo esempio alcuni amici neanche principianti, ma diciamo poco avezzi a determinate catture, alla vista del predone consumano istantaneamente tutta l’energia e sono richiamati in superficie proprio sul più bello, solitamente io raddoppio la mia apnea e la vista di un dentice solitamente mi rilassa vedo molti più particolari che normalmente, perchè? perchè incanalo i miei pensieri non alla possibile cattura al nascondiglio a come deve venire, ma al focalizzare la mia attenzione a particolari come il colore stupendo l’armonia nel nuoto gli ondeggiamenti del muso, tutto questo mi fà apprezzare la vista di una bella preda, invece di preoccuparmi per l’esito della cattura.
la pesca subacquea è l’apnea sono due cose ma una sola senza una non c’è l’altra sono gli obbiettivi che cambiano -
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