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- Questo topic ha 20 risposte, 14 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 12 anni, 3 mesi fa da
MAURO650CS.
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26 Gennaio 2013 alle 11:14 #293717
vikingo
PartecipanteGrazie zio, queste sono cose che molti di noi sanno ma che spesso ci dimentichiamo, ricordarcelo è necessario e vitale.
26 Gennaio 2013 alle 12:21 #293718gianlucaxyz
PartecipanteZio sei un grande.
26 Gennaio 2013 alle 13:57 #293719lello75
Partecipante@zio frank wrote:
La recente morte del nostro collega Bruno che ci ha lasciato in eredità un documento filmato eccezionale mi ha fatto riflettere molto. Una riflessione inevitabile, perchè guardando quella clip ho rivisto una scena che conosco molto bene e conoscendone l’epilogo il coinvolgimento emotivo è notevole. Quante volte ci siamo trovati a dover risalire in tutta fretta per esserci trattenuti sul fondo in un aspetto o nel visitare una tana profonda etc.. Tutti noi conosciamo quella sensazione di fame d’aria e l’istinto di conservazione che ci porta ad accelerare la risalita per la necessità impellente di rifocillarci del prezioso ossigeno. Ebbene ho aperto questo thread proprio per parlare di questi momenti la cui conoscenza ci salva la vita. Nel corso di apnea che feci anni fa a Milano, l’istruttore batteva molto su questo punto e ci sottoponeva a degli esercizi appositi per farci conoscere la fame d’aria e quindi per insegnarci a dominarla senza farsi prendere dal panico. Bruno sicuramente era un bravissimo pescasub ( lo si vede dalla tecnica e dalle quote operative) però ha commesso un errore molto molto grave che non dobbiamo mai commettere e che nel corso di apnea mi è stato inculcato molto bene: se ci si accorge di aver tirato troppo l’apnea o avere effettuato una discesa dopo una ventilazione insufficiente, l’errore più grande che possiamo commettere e quello di risalire con una pinneggiata disperata che non farà altro che farci consumare più ossigeno. E’ importante invece riuscire a dominare l’istinto e fare il contrario di quello che questo ci suggerisce, cioè risalire lentamente, anche se ci sembra che i polmoni stiano per scoppiare. Stiamo tranquilli che non scoppiano, soffrono ma non scoppiano. La pericolosità di questo tipo di reazione istintiva sta nel fatto che facciamo scattare nel cervello il meccanismo della sua salvaguardia che quando capisce che l’ossigeno è insufficiente se lo riserva tutto per lui spegnendo completamente tutte le funzioni motorie ( sincope). La risalita troppo veloce con dispendio di ossigeno quindi è sempre da evitare, tenete a mente questo principio: per andare più veloce consumo molto ossigeno e il mio cervello può spegnermi senza preavviso, quindi è meglio che ne consumi il meno possibile.
Condivido in pieno e ritengo ottima l’idea quella di ricordare ogni tanto i principi base dell’apnea,qualcuno potrebbe essersene dimenticato,ma molti (tra i principianti) non le sanno proprio ste cose.
26 Gennaio 2013 alle 14:25 #293720zio frank
PartecipanteEsatto, chi le sa ogni tanto è bene che le ricordi ( il video di Bruno dobbiamo imprimerlo a fuoco nella nostra mente) coloro che invece non hanno nozioni di apnea per non aver praticato un corso devono far tesoro di questi insegnamenti e tenersi informati il più possibile.
26 Gennaio 2013 alle 14:47 #293721MAURO650CS
Partecipantecondivido ogni parola dello zio che ha ben spiegato cosa fare in caso di un’apnea che si è prolungata troppo.
E’ ovviamente difficile frenare quell’istinto che ti dice “forza, veloce che sennò non ce la fai”, ma è il punto finale della nostra disciplina… tenere a freno le emozioni e dominarle…
un’altro consiglio è quello di non guardare la superficie, ma tenere il collo rilassato e rivolto verso il basso durante la risalita… questo ci darà più idrodinamicità ed eviterà l’inutile dispendio di ossigeno della parte alta del corpo che sarà inevitabilmente poco rilassata… in ultimo e solo quando si stà per uscire, il volto rivolto verso l’alto… cercando di uscire con le faccia completamente fuori… 😉26 Gennaio 2013 alle 14:53 #293722dallisotto
PartecipanteBravissimi, per i tanti ragazzi come me e come altri che sono relativamente inesperti, o completamente inesperti, certe nozioni sono utilissime.
Bravo Zio Frank.
Aggiungo, che per evitare tutto quanto, meglio non tirarle proprio le apnee.
Passi se vi state allenando in piscina e avete chi vi assiste, ma in mare, evitate.N.
26 Gennaio 2013 alle 16:18 #293723danielekuro
PartecipanteAltra cosa molto importante,se si avverte fame d’aria in una risalita profonda e’ lo sgancio della zavorra,mollate tutto,fucile conpreso….
Non abbiate timore di perdere l’attrezzatura…meglio quella che la vita…26 Gennaio 2013 alle 16:58 #293724Fulvio57
PartecipanteSe si tira troppo una apnea, può risultare utile risalire sganciando la fibbia della cinta trattenendone la cima per poi fermarla una volta “al sicuro” in superficie. Nel malaugurato caso si svenisse, la cinta andrebbe a fondo e il corpo risalirebbe comunque ( entro i -15..). In questo caso, si potrebbe ridiscutere anche del boccaglio sì – boccaglio no. Personalmente non lo tolgo ma ciò è dovuto alle scarse profondità che mi ritrovo in Adriatico, mentre ritengo che se non lo si trattenesse in bocca ( e al contempo si adoperasse lo schienalino) ci si ritrova a faccia in su in superficie permettendo, dopo un singulto, di riprendere a respirare.
26 Gennaio 2013 alle 17:05 #293725lello75
Partecipante@Fulvio57 wrote:
Se si tira troppo una apnea, può risultare utile risalire sganciando la fibbia della cinta trattenendone la cima per poi fermarla una volta “al sicuro” in superficie. Nel malaugurato caso si svenisse, la cinta andrebbe a fondo e il corpo risalirebbe comunque ( entro i -15..). In questo caso, si potrebbe ridiscutere anche del boccaglio sì – boccaglio no. Personalmente non lo tolgo ma ciò è dovuto alle scarse profondità che mi ritrovo in Adriatico, mentre ritengo che se non lo si trattenesse in bocca ( e al contempo si adoperasse lo schienalino) ci si ritrova a faccia in su in superficie permettendo, dopo un singulto, di riprendere a respirare.
Bella precisazione, bravo 😉
26 Gennaio 2013 alle 17:57 #293726lorenzino82
PartecipanteGrazie a tutti voi per le preziosissime informazioni date a chi come me non ha ancora fatto il corso
26 Gennaio 2013 alle 18:13 #293727Naber
PartecipanteRingrazio per l’utilissima considerazione, sono questi gli argomenti più importanti del forum a mio parere che tuttiiiii dovrebbero leggere!!!! 😉
Sto finendo il corso di apnea (sono neofita9, e ho proprio imparato questo: nella risalita, che potrebbe essere un po’ paragonata alla fine di una vasca con la fame d’aria, bisogna rilassare il corpo quanto più, andare lenti e concentrarsi sul rilassamento mentale e corporeo!
Una risalita veloce ed affannosa,o anche un’uscita veloce, provocano solo dispendio inutile di energia quindi di prezioso ossigeno!! Per la zavorra si ha ragionew, via tutto si getta fucile e zavorra, prima la vita e poi le “fesserie” di attrezzature!!!
Invoglio tutti a fare un bel corso di apnea anche base, è utilissimo per la conoscenza personale, l’autocontrollo, la sicurezza ed anche ovviamente le prestazioni che aumentano con consapevolezza e con giudizio!
Sempre testa sulle spalle!!!26 Gennaio 2013 alle 18:33 #293728DENTEX70
Moderatorenon avevo ancora visto il video, è veramente scioccante per la sequenza veramente drammatica dei vari momenti, purtroppo queste sono cose che principalmente accadono a sub esperti gente che si conosce bene anche troppo, poi ci sono quelle giornate no dove tutto và storto e si commettono tutta una serie di errori logicamente concatenati uno con l’altro.
Ad esempio che a dicembre l’acqua è già fredda e solo questo e un motivo per non fare tuffi profondi specialmente soli, il metabolismo è per forza di cose acellerato.
Sapeva benissimo che c’era una grossa probabilità di trovare il pesce al riparo infatti scollina molto lentamente quella che mi sembra un’ala contrasta il pesce per non farlo incastrare, parte già in debito scoordinato e a mille facendo uscire aria preziosa dalla mascera non molla il fucile sino alla fine.
Queste sono giornate che nessuno di noi dovrebbe vivere ma capitano la cosa più giusta è l’unica che ci salverà sicuramente è abbandonare la zavorra, si ha una accellerazione che conforta subito anche a livello psicologico, ma nessuno lo fà , bisogna allenarsi per rendere questo gesto automatico non è facile. una cosa che faccio è schiacciare la maschera e recuperare tutta l’aria tanto si sale veloci, e continuo a risucchiarla sino alla fine. mi ha sempre aiutato e si sente.
Purtroppo per Bruno non possiamo fare nulla ma portare l’attenzione e analizzare questi fatti è utile per gli altri, vengono fuori ricordi e si confrontano le esperienze. Una cosa che voglio impormi e di abbandonare la pinnegiata classica per passare al delfino, logicamente per disca e risalita è molto più efficente e si consuma meno.
Come sempre lo Zio riesce a trovare argomenti super utili e affascinanti e che ci ricordano che la nostra disciplina è pericolosa se presa sotto gamba26 Gennaio 2013 alle 19:12 #293729carlixeddu
PartecipanteQuando ho il video mi è un po’ passata la voglia di entrare da solo in acqua essendo io un inesperto, penso che franco abbia fatto bene a sottolineare che il video del povero Bruno deve essere per tutti un qualcosa da ricordare ogni qual volta si entra in acqua……
26 Gennaio 2013 alle 20:12 #293730vikingo
PartecipanteIo uso collegare il fucile alla sagola del pallone quando pesco al libero sulle secche e, quando sparo qualcosa di grosso (quando!!!) se mi sento in debito d’ossigeno, lascio il fucile seguendo il sagolone in risalita ed uso la maschera come un mini-polmone respirando lentamente ed il gesto, oltre ad essere d’aiuto all’organismo, è molto confortante! salendo, rallento e mi abbandono al rollio del marefino al nuovo respiro che, mai, dev’essere in totale espirazione ed energica ma, con un mezzo sospiro ed una completa inspirazione rilassata e controllata.
26 Gennaio 2013 alle 20:22 #293731zio frank
PartecipanteSe a qualcuno può interessare faccio sapere come di solito affronto il mare e le sue profondità :
prima di tutto cerco sempre ad ogni uscita di rendermi conto cosa posso dare in quella pescata rispetto alla mia condizione fisica e faccio questo ascoltando tutti i segnali che questa mi trasmette ( se ho dormito poco, se sono ancora sotto l’influsso di un fuso orario piuttosto ostile, se la sera prima ho esagerato a tavola, se è da un un di tempo che non entro in acqua, etc..).
Altra disciplina mentale che mi sono dato è che quando decido di scendere lo faccio sempre dopo una ventilazione che mi sembra adeguata dopodichè se una volta raggiunto il fondo non dovessi sentire quella sensazione di tranquillità che conosco bene, potrebbe esserci anche la ricciola della vita ma me ne frego e risalgo immediatamente con calma disinteressandomi completamente dell’azione di pesca, pensando che ci riproverò con un miglior rilassamento e ventilazione.
Riguardo allo sganciamento della zavorra in caso di bisogno sono assolutamente d’accordo con Fulvio e Sergio: in caso di fame d’aria anomala rispetto al solito, essere leggeri ci aiuterà a rallentare la pinneggiata e a consumare poco ossigeno o perlomeno a mantenere il giusto rapporto tra C02 e 02 che ci eviterà la sincope.
Il consiglio migliore naturalmente sarebbe di affrontare le discese profonde con un compagno che abbia le nostre stesse caratteristiche ma non sempre questo è possibile quindi osserviamo le regole, imponiamoci una disciplina e non sgarriamo mai……!!! A casa ci aspettano e personalmente anche se arrivo senza pesce nessuno fa storie…. 😉 😉 -
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