L’ENNESIMA SCHIFEZZA ITALIANA ?

PescaSubacquea.net Forum La community del pescatore subacqueo Aula Magna L’ENNESIMA SCHIFEZZA ITALIANA ?

Stai visualizzando 15 post - dal 16 a 30 (di 101 totali)
  • Autore
    Post
  • #351668
    MrCicoSub
    Partecipante

    le solite cose all’italiana…. con fior di cervelli che in casa partoriscono nuove idee, abbracciamo e realiziamo (male) quelle vecchie e ormai destinate a morire… e con una preoccupante possibilità di impatto ambientale devastante…

    non me ne vogliano gli addetti al settore… ma davvero mi cascano le braccia per terra…. 🙁

    #351669
    Max
    Moderatore

    @DENTEX70 wrote:

    la cosa che mi dà veramente fastidio e che queste cose le approvano per decreto, quindi saltando tutto un iter che magari coinvolgendo un pò tutti aiuterebbe a capire quanto veramente ne vale la pena,

    Assolutamente no Sergio, stai confondendo i decreti legge emanati dal governo per questioni urgenti con quelli legislativi emanati dai singoli ministeri.
    I decreti che emana il Ministero dello Sviluppo Economico circa le concessioni petrolifere e gassose (sia a terra che in mare) vengo autorizzate con “decreti legislativi” emanati dopo una serie di accertamenti tecnici (VAS, VIA, AIA ecc.) sentiti numerosi Ministeri, l’ISPRA, l’avvocatura di stato, ecc. Tali accertamenti hanno una durata media di circa 6 mesi.

    @ Paride
    La scelta su dove costruire o meno le piattaforme dipende dalla posizione dei giacimenti. Se un giacimento si trova in un punto, lo si deve sfruttare da quel punto o dalle sue immediate vicinanze. Non puoi costruire una piattaforma nel punto X se il giacimento si trova a 100 miglia di distanza.
    Cmq l’area interessata alla ricerca specifica è situata al largo di Vasto, molto più a nord delle isole Tremiti.

    Sono pienamente in sintonia con quanto ha scritto Dalisotto….dire sempre NO non porta benefici a nessuno. I lavoro genere altro lavoro, l’economia di un paese non è limitata la proprio orticello. Come ha giustamente detto Dalisotto, al momento le fonti energetiche (al di là delle motivazioni) non posso ancora sostituire il petrolio.

    #351670
    fracchia
    Partecipante

    @MrCicoSub wrote:

    le solite cose all’italiana…. con fior di cervelli che in casa partoriscono nuove idee, abbracciamo e realiziamo (male) quelle vecchie e ormai destinate a morire… e con una preoccupante possibilità di impatto ambientale devastante…

    non me ne vogliano gli addetti al settore… ma davvero mi cascano le braccia per terra…. 🙁

    D’accordo con te, credo che il futuro sia su un altro tipo di energie.

    Mi ricorda molto il periodo in cui si parlava di tornare a sfruttare il carbone(proprio qui nel lazio l’eni voleva riconvertire una centrale elettrica)

    E non capisco chi lavora nel settore come possa plaudire iniziative di questo tipo…Al posto di auspicare altri tipi di investimenti

    #351671
    vikingo
    Partecipante

    Ragazzi, l’azienda petrolifera pagherà allo stato 2000€ l’anno per la concessione di un tratto di mare enorme! Comunque vicinissimo alle Tremiti, il prezzo del petrolio è in picchiata verso il baratro e stiamo ancora a parlarne? Perché non hanno messo l’impianto eolico previsto due anni fa e bocciato l’anno scorso?? La questione è marcia come una carogna al sole!!

    #351672
    Max
    Moderatore

    @vikingo wrote:

    Ragazzi, l’azienda petrolifera pagherà allo stato 2000€ l’anno per la concessione di un tratto di mare enorme! Comunque vicinissimo alle Tremiti, il prezzo del petrolio è in picchiata verso il baratro e stiamo ancora a parlarne? Perché non hanno messo l’impianto eolico previsto due anni fa e bocciato l’anno scorso?? La questione è marcia come una carogna al sole!!

    Paride, i 2000€ sono i canoni annui pagati e non le royalties e cmq sappi che sono in linea con quelli degli altri paesi europei.

    Le Royalties pagate dalle aziende petrolifere quando sfruttando un giacimento (cioè quando inizia l’estrazione vera e propria che può durare anche oltre 30 anni) sono ben più alte.
    Dati del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) dicono che nel solo 2015 le royalties pagate sono state oltre 340 milioni di euro di cui:
    – 50 milioni sono andati allo Stato,
    – 159 milioni alle Regioni (ovviamente quelle interessate),
    – 26 milioni a i Comuni,
    – 76 milioni al fondo economico e social card, e
    – 27 milioni all’ambiente e sicurezza.
    Come vedi l’indotto che generano queste attività porta lavoro ( e da mangiare) a migliaia e migliaia di persone!

    Io come lo sei tu, da amante del mare, sono il primo a dire che il mare va tutelato, rispettato e protetto. Ma non si possono chiudere gli occhi e dire sempre no, no e continuamente no. Sai chi ha detto no al parco eolico al largo di San Salvo? Sai chi ha detto no al parco eolico al largo di Mazara del Vallo? Chi ha detto no alle turbine sottomarine nello stretto di messina?

    #351673
    Max
    Moderatore

    Volevo aggiungere inoltre che, sempre riferito alle Royalties delle piattaforme off-shore, in europa solo in Italia e in Germania le aziende petrolifere pagano tasse al governo (circa il 10%).
    Nelle altre nazioni europee (Francia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito) non pagano neanche un euro…e questo la dice lunga sul numero delle piattaforme presenti in Nord Europa dove trovano lavoro direttamente (e nell’indotto) migliaia e migliaia di persone tra cui tantissimi italiani.

    dati del MISE

    Riporto integralmente quanto scritto sul sito del MISE…e leggete bene:
    Alcuni paesi europei con maggior produzione di idrocarburi hanno eliminato le royalties (Regno Unito e Norvegia) per favorire ed attrarre nuovi investimenti che, producendo ulteriori attività, portano ad un maggiore introito derivante dall’aumento della base imponibile per le imposte del reddito d’impresa“.

    #351674
    dallisotto
    Partecipante

    @Max wrote:

    @vikingo wrote:

    Ragazzi, l’azienda petrolifera pagherà allo stato 2000€ l’anno per la concessione di un tratto di mare enorme! Comunque vicinissimo alle Tremiti, il prezzo del petrolio è in picchiata verso il baratro e stiamo ancora a parlarne? Perché non hanno messo l’impianto eolico previsto due anni fa e bocciato l’anno scorso?? La questione è marcia come una carogna al sole!!

    Paride, i 2000€ sono i canoni annui pagati e non le royalties e cmq sappi che sono in linea con quelli degli altri paesi europei.

    Le Royalties pagate dalle aziende petrolifere quando sfruttando un giacimento (cioè quando inizia l’estrazione vera e propria che può durare anche oltre 30 anni) sono ben più alte.
    Dati del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) dicono che nel solo 2015 le royalties pagate sono state oltre 340 milioni di euro di cui:
    – 50 milioni sono andati allo Stato,
    – 159 milioni alle Regioni (ovviamente quelle interessate),
    – 26 milioni a i Comuni,
    – 76 milioni al fondo economico e social card, e
    – 27 milioni all’ambiente e sicurezza.
    Come vedi l’indotto che generano queste attività porta lavoro ( e da mangiare) a migliaia e migliaia di persone!

    Io come lo sei tu, da amante del mare, sono il primo a dire che il mare va tutelato, rispettato e protetto. Ma non si possono chiudere gli occhi e dire sempre no, no e continuamente no. Sai chi ha detto no al parco eolico al largo di San Salvo? Sai chi ha detto no al parco eolico al largo di Mazara del Vallo? Chi ha detto no alle turbine sottomarine nello stretto di messina?

    Ho un sospetto…qualche geniale ambientalista.
    Ed è un deja vu di quando, anni fa, qualche ambientalista grido’ allo scandalo per il progetto del ponte sullo stretto (che per carità andava pur bocciato ma semmai per altri motivi) che a suo dire avrebbe disturbato con i tiranti dei pilastri il transito degli uccelli migratori.

    No dico, siccome gli uccelli migratori devono volare 50 metri piu’ in alto o qualcuno, sbadatamente, ci si va a schiantare contro (selezione naturale), noi non si fa un’opera pubblica?

    Ora, nella fattispecie magari è meglio non farlo il ponte, ma è il concetto che è astruso.
    Noi siamo tragicamente abituati a pensare male, che ci sia sempre del marcio, perchè purtroppo nel 99% delle cose fatte in Italia il marcio c’e’.
    Non si pensa mai, come in molti altri stati, che le cose si fanno (o non si fanno) per il bene della comunità.

    E il bene della comunità, devo dirlo, spesso sovrasta il bene dei singoli.
    La gente si è vista costruire un’autostrada davanti alle finestre di casa. Avrà avuto motivo di lamentarsi?

    Non paragono le due cose e vorrei conoscere maggiori dettagli al riguardo, magari la cosa non s’ha da fare.
    Ma dire NO comunque e sempre porta all’immobilismo totale

    #351675
    MrCicoSub
    Partecipante

    @dallisotto wrote:

    @Max wrote:

    @vikingo wrote:

    Ragazzi, l’azienda petrolifera pagherà allo stato 2000€ l’anno per la concessione di un tratto di mare enorme! Comunque vicinissimo alle Tremiti, il prezzo del petrolio è in picchiata verso il baratro e stiamo ancora a parlarne? Perché non hanno messo l’impianto eolico previsto due anni fa e bocciato l’anno scorso?? La questione è marcia come una carogna al sole!!

    Paride, i 2000€ sono i canoni annui pagati e non le royalties e cmq sappi che sono in linea con quelli degli altri paesi europei.

    Le Royalties pagate dalle aziende petrolifere quando sfruttando un giacimento (cioè quando inizia l’estrazione vera e propria che può durare anche oltre 30 anni) sono ben più alte.
    Dati del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) dicono che nel solo 2015 le royalties pagate sono state oltre 340 milioni di euro di cui:
    – 50 milioni sono andati allo Stato,
    – 159 milioni alle Regioni (ovviamente quelle interessate),
    – 26 milioni a i Comuni,
    – 76 milioni al fondo economico e social card, e
    – 27 milioni all’ambiente e sicurezza.
    Come vedi l’indotto che generano queste attività porta lavoro ( e da mangiare) a migliaia e migliaia di persone!

    Io come lo sei tu, da amante del mare, sono il primo a dire che il mare va tutelato, rispettato e protetto. Ma non si possono chiudere gli occhi e dire sempre no, no e continuamente no. Sai chi ha detto no al parco eolico al largo di San Salvo? Sai chi ha detto no al parco eolico al largo di Mazara del Vallo? Chi ha detto no alle turbine sottomarine nello stretto di messina?

    Ho un sospetto…qualche geniale ambientalista.
    Ed è un deja vu di quando, anni fa, qualche ambientalista grido’ allo scandalo per il progetto del ponte sullo stretto (che per carità andava pur bocciato ma semmai per altri motivi) che a suo dire avrebbe disturbato con i tiranti dei pilastri il transito degli uccelli migratori.

    No dico, siccome gli uccelli migratori devono volare 50 metri piu’ in alto o qualcuno, sbadatamente, ci si va a schiantare contro (selezione naturale), noi non si fa un’opera pubblica?

    Ora, nella fattispecie magari è meglio non farlo il ponte, ma è il concetto che è astruso.
    Noi siamo tragicamente abituati a pensare male, che ci sia sempre del marcio, perchè purtroppo nel 99% delle cose fatte in Italia il marcio c’e’.
    Non si pensa mai, come in molti altri stati, che le cose si fanno (o non si fanno) per il bene della comunità.

    E il bene della comunità, devo dirlo, spesso sovrasta il bene dei singoli.
    La gente si è vista costruire un’autostrada davanti alle finestre di casa. Avrà avuto motivo di lamentarsi?

    Non paragono le due cose e vorrei conoscere maggiori dettagli al riguardo, magari la cosa non s’ha da fare.
    Ma dire NO comunque e sempre porta all’immobilismo totale

    penso… in buona fede, che tutti quelli che qui abbiano espresso parere negativo sulla realizzazione di questa “opera”, non avrebbero problemi, anzi si augurano, la realizzazione di altre opere con una concezione ugualmente (o almeno similmente) remunerativa per i concittadini, ma diversamente orientata alla salvaguardia dell’ambiente…

    parlo per esperienza diretta sul ponte…. un opera, allo stato attuale delle cose, inutile, inrealizzabile e improponibile a dei cittadini che non ricevono neppure l’acqua corrente per sciaccquarsi il cul.o … e intanto sono anni che si sprecano finanziamenti ora per un accertamento ora per una commissione…. ma sorvoliamo che non c’entra…

    il fatto è che se non si crea un piano a lunga scadenza, se non si investono seriamente risorse sulle rinnovabili, ci ritroveremo tra 20 anni a dibattere sulle stesse cose… quanto sarebbe bello se il nostro paese, una volta tanto, non dovesse sempre inseguire gli altri, ma essere all’avanguardia… 🙁

    #351676
    dallisotto
    Partecipante

    Leggo ora (non avevo visto il valore) che si tratterebbe di impianti a 12-13 miglia dalle Tremiti.

    Equivalgono ad una 20ina di km, anche di piu’.

    L’impatto turistico, al netto di incidenti, sarebbe minimo.

    Qualcuno non va a Chia perchè a 20km c’e’ Sarroch?
    O non va a Lido di Jesolo perchè c’e’ Porto Marghera?
    O non va a Castiglioncello perchè ai soliti 20km c’e’ l’ Agiplas di Livorno

    Boh, perplesso…

    #351677
    fracchia
    Partecipante

    @Max wrote:

    Volevo aggiungere inoltre che, sempre riferito alle Royalties delle piattaforme off-shore, in europa solo in Italia e in Germania le aziende petrolifere pagano tasse al governo (circa il 10%).
    Nelle altre nazioni europee (Francia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito) non pagano neanche un euro…e questo la dice lunga sul numero delle piattaforme presenti in Nord Europa dove trovano lavoro direttamente (e nell’indotto) migliaia e migliaia di persone tra cui tantissimi italiani.

    dati del MISE

    Riporto integralmente quanto scritto sul sito del MISE…e leggete bene:
    Alcuni paesi europei con maggior produzione di idrocarburi hanno eliminato le royalties (Regno Unito e Norvegia) per favorire ed attrarre nuovi investimenti che, producendo ulteriori attività, portano ad un maggiore introito derivante dall’aumento della base imponibile per le imposte del reddito d’impresa“.

    Il problema Max è che l’incidente su queste piattaforme può succedere…Ricordi la tragedia della Bp con i cosiddetti ‘stati del Golfo’ negli Usa?Oppure quante petroliere ogni anno sversano nel mare petrolio per incidenti?Facciamo un conto “serio” su costi/benefici di questo tipo di attività?Scusami ma il rapportino del MEF è leggermente di parte…

    Il fatto che su quelle presenti nell’adriatico non sia ancora successo è pura fortuna…Cmq anche la raffinazione se venisse fatta in Italia(ipotizzo eh) porterebbe altri danni ambientali collaterali nelle zone di stoccaggio….Ci siamo dimenticati ad esempio i danni che sono stati fatti a Marghera o con la Saras in Sardegna?

    Non è un questione di dire no a tutto è una questione di buon senso e opportunità

    Se abbiamo a cuore le nostre terre difendiamole e diamogli un futuro diverso…Investire ancora sull’estrazione del greggio mi sembra solo raschiare il fondo del barile…Politiche sulle risorse miopi, diamo una soluzione subito senza pensare alle conseguenze domani…

    Per dire: anche l’ILVA da lavoro e ha un indotto enorme, ma a che prezzo?Ad esempio MAX e Dallisotto vuoi l’avreste già chiusa l’ILVA?

    #351678
    dallisotto
    Partecipante

    @fracchia wrote:

    @Max wrote:

    Volevo aggiungere inoltre che, sempre riferito alle Royalties delle piattaforme off-shore, in europa solo in Italia e in Germania le aziende petrolifere pagano tasse al governo (circa il 10%).
    Nelle altre nazioni europee (Francia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito) non pagano neanche un euro…e questo la dice lunga sul numero delle piattaforme presenti in Nord Europa dove trovano lavoro direttamente (e nell’indotto) migliaia e migliaia di persone tra cui tantissimi italiani.

    dati del MISE

    Riporto integralmente quanto scritto sul sito del MISE…e leggete bene:
    Alcuni paesi europei con maggior produzione di idrocarburi hanno eliminato le royalties (Regno Unito e Norvegia) per favorire ed attrarre nuovi investimenti che, producendo ulteriori attività, portano ad un maggiore introito derivante dall’aumento della base imponibile per le imposte del reddito d’impresa“.

    Il problema Max è che l’incidente su queste piattaforme può succedere…Ricordi la tragedia della Bp con i cosiddetti ‘stati del Golfo’ negli Usa?Oppure quante petroliere ogni anno sversano nel mare petrolio per incidenti?Facciamo un conto “serio” su costi/benefici di questo tipo di attività?Scusami ma il rapportino del MEF è leggermente di parte…

    Il fatto che su quelle presenti nell’adriatico non sia ancora successo è pura fortuna…Cmq anche la raffinazione se venisse fatta in Italia(ipotizzo eh) porterebbe altri danni ambientali collaterali nelle zone di stoccaggio….Ci siamo dimenticati ad esempio i danni che sono stati fatti a Marghera o con la Saras in Sardegna?

    Non è un questione di dire no a tutto è una questione di buon senso e opportunità

    Se abbiamo a cuore le nostre terre difendiamole e diamogli un futuro diverso…Investire ancora sull’estrazione del greggio mi sembra solo raschiare il fondo del barile…Politiche sulle risorse miopi, diamo una soluzione subito senza pensare alle conseguenze domani…

    Per dire: anche l’ILVA da lavoro e ha un indotto enorme, ma a che prezzo?Ad esempio MAX e Dallisotto vuoi l’avreste già chiusa l’ILVA?

    Non conosco nel dettaglio la situazione ILVA quindi posso dare una risposta generica.
    Una situazione analoga è un caso evidente di malagestione, in cui chi dirigeva con lauti guadagni non ha tenuto mai di conto del progresso in ambito di salute e sicurezza compiuto negli anni, non investendo mai parte degli utili nel rimodernare gli impianti.
    Pensare oggi di rinnovare un colosso come ilva riportandolo dal medioevo al terzo millennio è pressochè folle.
    Le cose devono essere fatte per gradi, costruite per gradi, smantellate per gradi.
    Talvolta solo rimodernate, riviste, ridisegnate.
    Faccio un esempio stupido per capire cosa sto dicendo: nella mia azienda fino a 15 anni fa si considerava sterile l’aria filtrata da un filtro 0,45micron.
    Un giorno il progresso ci ha fornito un filtro di 0,22micron, quindi molto migliore, e ci siamo adeguati.
    Moltiplica questo esempio per uno stabilimento gigantesco come Ilva.
    Se le cose vengono fatte progressivamente, la cosa è sostenibile per le tasche e per la salute.

    Invece si è tirato la corda per decenni magari senza muovere foglia. Ora si ha un dinosauro mortale…che puoi solo distruggere (e auguri per le bonifiche).

    Pero’, non si puo’ pensare che l’ Italia si autosostenga con il urismo, il mare e le opere d’arte.
    L’industria serve, e l’industria presenta rischi.
    Minimizziamoli, ma il rischio zero non esiste.

    #351679
    Max
    Moderatore

    @fracchia wrote:

    Il problema Max è che l’incidente su queste piattaforme può succedere…Ricordi la tragedia della Bp con i cosiddetti ‘stati del Golfo’ negli Usa?

    Lo ricordo bene, ma un incidente del genere in Italia non potrebbe avvenire perchè lì era un pozzo deepwater a profondità enorme non arrivabile da sommozzatori in caso di incidenti. Qui in adriatico la profondità massima del mare non supera i 100mt (quindi facilmente arrivabile con l’attuale tecnologia diving); inoltre lì nel golfo del Messico la pressione del pozzo era di svariare centinaia di bar e chiuderlo è stata un’impresa ardua sia per la profondità che per l’eccessiva pressione. Da noi invece la pressione dei pozzi è molto più bassa, in alcuni casi pensa che per estrarre il petrolio lo si deve letteralmente “aspirare” perchè da solo non viene su.

    @fracchia wrote:

    Oppure quante petroliere ogni anno sversano nel mare petrolio per incidenti?Facciamo un conto “serio” su costi/benefici di questo tipo di attività?Scusami ma il rapportino del MEF è leggermente di parte…

    Studi fatti (dall’ International Maritime Organization) hanno dimostrato che l’inquinamento marino causato da sversamenti accidentali in mare hanno un impatto sulla fauna marina molto più bassa dell’inquinamento sistematico da altri fonti (scarichi abusivi in mare, fiumi inquinati, ecc.)

    @fracchia wrote:

    Il fatto che su quelle presenti nell’adriatico non sia ancora successo è pura fortuna…Cmq anche la raffinazione se venisse fatta in Italia(ipotizzo eh) porterebbe altri danni ambientali collaterali nelle zone di stoccaggio….Ci siamo dimenticati ad esempio i danni che sono stati fatti a Marghera o con la Saras in Sardegna?

    Allora chiudiamo tutto, buttiamo le chiavi e andiamo tutti a spasso. Chiudiamo tutte le fabbriche perchè inquinano, fermiamo tutte le auto e i camion perchè inquinano, fermiamo tutti gli aerei perchè emettono scie chimiche. Spegniamo tutti i condizionatori in casa, le caldaie perchè emettono fumi inquinanti. Ma si dai, torniamo all’età della pietra, fumiamose tutte na canna e cantiamo “che ce frega che ce importa”! Poi ci imbarchiamo da Tripoli, ci dipingiamo la faccia di nero e qualche “fesso” italiano che ci sfama a spese dello Stato italiano lo troviamo.

    @fracchia wrote:

    Non è un questione di dire no a tutto è una questione di buon senso e opportunità

    Se abbiamo a cuore le nostre terre difendiamole e diamogli un futuro diverso…Investire ancora sull’estrazione del greggio mi sembra solo raschiare il fondo del barile…Politiche sulle risorse miopi, diamo una soluzione subito senza pensare alle conseguenze domani…

    Per dire: anche l’ILVA da lavoro e ha un indotto enorme, ma a che prezzo?Ad esempio MAX e Dallisotto vuoi l’avreste già chiusa l’ILVA?

    L’ILVA dove essere ammodernata tanti anni fa, adesso la vedo difficile, molto difficile.
    Ripeto io non dico che il lavoro = morire di tumore e che visto che dobbiamo lavorare dobbiamo scendere a patti con il demonio, ma non si può sempre dire no a tutto senza conoscere di cosa si stia parlando. Bisogna documentarsi prima di aprire la bocca, ma documentarsi da chi le cose le sa, non dal primo giornalista che spara a zero un mare di cazzate senza neanche sapere se il mare è dolce o salato.

    Paride ricordi l’articolo di giornale che molte testate giornalistiche pubblicarono diversi mesi fa gridando al disastro ecologico per una perdita di petrolio dall’Alba Marina? Beh, sai come è andata a finire? Che la perdita non ci fu, le immagini che misero sui giornali erano prese dal disastro del Golfo del Messico 😯 e la perdita di idrocarburi venne da un fiume non precisato (forse qualche scarico abusivo di qualche fabbrica)…Cavolo però gli stessi giornali che tanto sbandieravano l’inquinamento perchè non riportarono la notizia?

    Ricordi lo spiaggiamento dei cetacei? Centinaia di giornalisti e ambientalisti diedero la colpa all’airgun, alle piattaforme, alle scorregge delle navi petroliere ecc. ecc.
    Hai poi letto invece a cosa fu attribbuito? Gli studiosi (non il ministero) dopo attente indagini hanno totalmente escluso le cause dell’airgun, imputando lo spiaggiamento a cause naturali.

    Sai che la Procura della Repubblica di Pescara lo scorso mese ha messo i sigilli ad un paio di oleifici del pescarese che scaricavano gli scarti della lavorazione dell’olio nel fiume Pescara? Allora chiudiamo anche gli oleifici.

    #351680
    fracchia
    Partecipante

    @dallisotto wrote:

    Non conosco nel dettaglio la situazione ILVA quindi posso dare una risposta generica.
    Una situazione analoga è un caso evidente di malagestione, in cui chi dirigeva con lauti guadagni non ha tenuto mai di conto del progresso in ambito di salute e sicurezza compiuto negli anni, non investendo mai parte degli utili nel rimodernare gli impianti.
    Pensare oggi di rinnovare un colosso come ilva riportandolo dal medioevo al terzo millennio è pressochè folle.
    Le cose devono essere fatte per gradi, costruite per gradi, smantellate per gradi.
    Talvolta solo rimodernate, riviste, ridisegnate.
    Faccio un esempio stupido per capire cosa sto dicendo: nella mia azienda fino a 15 anni fa si considerava sterile l’aria filtrata da un filtro 0,45micron.
    Un giorno il progresso ci ha fornito un filtro di 0,22micron, quindi molto migliore, e ci siamo adeguati.
    Moltiplica questo esempio per uno stabilimento gigantesco come Ilva.
    Se le cose vengono fatte progressivamente, la cosa è sostenibile per le tasche e per la salute.

    Invece si è tirato la corda per decenni magari senza muovere foglia. Ora si ha un dinosauro mortale…che puoi solo distruggere (e auguri per le bonifiche).

    Pero’, non si puo’ pensare che l’ Italia si autosostenga con il urismo, il mare e le opere d’arte.
    L’industria serve, e l’industria presenta rischi.
    Minimizziamoli, ma il rischio zero non esiste.

    Ti manca solo un piccolo dettaglio: da quello che è emerso dalle indagini sull’ILVA regione, comuni etc, erano tutti d’accordo a taroccare anche i dati di emissioni nocive…La copertura ad esempio delle cookerie ancora è un sogno…

    Qui non parliamo nemmeno di progresso tecnologico, parliamo di mazzette a politici del posto, per risparmiare costi di adeguamento alla sicurezza…Le politiche miopi sono quelle che lasciano nella disperazione le persone che pur di avere un lavoro preferiscono morire di cancro a 40 anni…Faceva comodo a tutti l’ILVA e in nome del “non possiamo dire no all’industria in Italia” hanno ROVINATO una città(mare soprattutto) facendo danni non più recuperabili….

    Non voglio fare due+due, per fortuna ci sono casi in cui la politica fa le cose fatte bene(pochi eh), ma viste le modalità di approvazione (prima viene bandito l’arigun, mo invece si può utilizzare per quel tratto) uno pensa male…Cioè non è che ti puoi “fidare” delle istituzioni solo quando ti pare…Per me qualcuno ci mangia e pur di approvare questa cosa, si potrebbe realizzare il progetto in maniera “superficiale”…Tralasciando ovviamente l’opportunità costi/benefici per quel tratto di mare

    Cmq su una cosa ti devo dar torto: l’Italia ebbene sì potrebbe vivere di solo turismo…Basterebbe valorizzarlo preservando quello che abbiamo…Pensa se Pompei fosse gestito meglio…Il Colosseo solo perché è stato restaurato(praticamente gli hanno fatto na romanella pulendolo) ha registrato il maggior numero di visite di tutto il mondo…Qualche posto l’ho visto in giro per il mondo e mi è capitato di pagare l’entrata in alcuni posti che in Italia se va bene ci pisciano sopra i cani…Basterebbe investire ad esempio sull’industria della cultura, sai gli indotti!In Cina ad esempio stanno capendo che sbracando tutto tipo quartieri simbolo e spostando monumenti non possono attirare più di tanti turisti…Quindi stanno cambiando atteggiamento anche loro, il popolo più cocciuto e avido della terra

    In finale ritengo il petrolio una risorsa ormai superata, sulla quale non conviene più investire…L’Italia ad esempio importa quasi tutte le materie prime: perché non investe su fonti alternative (lasciando perdere il nucleare)o su sistemi alternativi che gli permettono un po’ di dipendenza energitica?

    #351681
    fracchia
    Partecipante

    @Max wrote:

    @fracchia wrote:

    Il problema Max è che l’incidente su queste piattaforme può succedere…Ricordi la tragedia della Bp con i cosiddetti ‘stati del Golfo’ negli Usa?

    Lo ricordo bene, ma un incidente del genere in Italia non potrebbe avvenire perchè lì era un pozzo deepwater a profondità enorme non arrivabile da sommozzatori in caso di incidenti. Qui in adriatico la profondità massima del mare non supera i 100mt (quindi facilmente arrivabile con l’attuale tecnologia diving); inoltre lì nel golfo del Messico la pressione del pozzo era di svariare centinaia di bar e chiuderlo è stata un’impresa ardua sia per la profondità che per l’eccessiva pressione. Da noi invece la pressione dei pozzi è molto più bassa, in alcuni casi pensa che per estrarre il petrolio lo si deve letteralmente “aspirare” perchè da solo non viene su.
    Ammetto la mia ignoranza se tu mi dici che non esistono problemi per questa fattispecie, perdonami ma allora perché hanno vietato l’airgun?Oppure perché facciamo “sfruttare” questa risorsa da aziende “straniere”?

    @fracchia wrote:

    Oppure quante petroliere ogni anno sversano nel mare petrolio per incidenti?Facciamo un conto “serio” su costi/benefici di questo tipo di attività?Scusami ma il rapportino del MEF è leggermente di parte…

    Studi fatti (dall’ International Maritime Organization) hanno dimostrato che l’inquinamento marino causato da sversamenti accidentali in mare hanno un impatto sulla fauna marina molto più bassa dell’inquinamento sistematico da altri fonti (scarichi abusivi in mare, fiumi inquinati, ecc.)
    Questa non può essere una giustificazione scusami, è come dire che è mejo prende un carcio in culo che na sveja in faccia

    @fracchia wrote:

    Il fatto che su quelle presenti nell’adriatico non sia ancora successo è pura fortuna…Cmq anche la raffinazione se venisse fatta in Italia(ipotizzo eh) porterebbe altri danni ambientali collaterali nelle zone di stoccaggio….Ci siamo dimenticati ad esempio i danni che sono stati fatti a Marghera o con la Saras in Sardegna?

    Allora chiudiamo tutto, buttiamo le chiavi e andiamo tutti a spasso. Chiudiamo tutte le fabbriche perchè inquinano, fermiamo tutte le auto e i camion perchè inquinano, fermiamo tutti gli aerei perchè emettono scie chimiche. Spegniamo tutti i condizionatori in casa, le caldaie perchè emettono fumi inquinanti. Ma si dai, torniamo all’età della pietra, fumiamose tutte na canna e cantiamo “che ce frega che ce importa”! Poi ci imbarchiamo da Tripoli, ci dipingiamo la faccia di nero e qualche “fesso” italiano che ci sfama a spese dello Stato italiano lo troviamo.
    No Max, non è che uno è contro il progresso…A me piacerebbe pensare che si investa a tecnologie con sempre minore impatto sull’ambiente…Qua se non ci diamo una regolata ci estingueremo come i dinosauri…
    @fracchia wrote:

    Non è un questione di dire no a tutto è una questione di buon senso e opportunità

    Se abbiamo a cuore le nostre terre difendiamole e diamogli un futuro diverso…Investire ancora sull’estrazione del greggio mi sembra solo raschiare il fondo del barile…Politiche sulle risorse miopi, diamo una soluzione subito senza pensare alle conseguenze domani…

    Per dire: anche l’ILVA da lavoro e ha un indotto enorme, ma a che prezzo?Ad esempio MAX e Dallisotto vuoi l’avreste già chiusa l’ILVA?

    L’ILVA dove essere ammodernata tanti anni fa, adesso la vedo difficile, molto difficile.
    Ripeto io non dico che il lavoro = morire di tumore e che visto che dobbiamo lavorare dobbiamo scendere a patti con il demonio, ma non si può sempre dire no a tutto senza conoscere di cosa si stia parlando. Bisogna documentarsi prima di aprire la bocca, ma documentarsi da chi le cose le sa, non dal primo giornalista che spara a zero un mare di cazzate senza neanche sapere se il mare è dolce o salato.
    La vicenda ILVA è lo specchio dell’Italia….Altro che documentarsi…

    Paride ricordi l’articolo di giornale che molte testate giornalistiche pubblicarono diversi mesi fa gridando al disastro ecologico per una perdita di petrolio dall’Alba Marina? Beh, sai come è andata a finire? Che la perdita non ci fu, le immagini che misero sui giornali erano prese dal disastro del Golfo del Messico 😯 e la perdita di idrocarburi venne da un fiume non precisato (forse qualche scarico abusivo di qualche fabbrica)…Cavolo però gli stessi giornali che tanto sbandieravano l’inquinamento perchè non riportarono la notizia?

    Ricordi lo spiaggiamento dei cetacei? Centinaia di giornalisti e ambientalisti diedero la colpa all’airgun, alle piattaforme, alle scorregge delle navi petroliere ecc. ecc.
    Hai poi letto invece a cosa fu attribbuito? Gli studiosi (non il ministero) dopo attente indagini hanno totalmente escluso le cause dell’airgun, imputando lo spiaggiamento a cause naturali.

    Sai che la Procura della Repubblica di Pescara lo scorso mese ha messo i sigilli ad un paio di oleifici del pescarese che scaricavano gli scarti della lavorazione dell’olio nel fiume Pescara? Allora chiudiamo anche gli oleifici.

    Sai che la Procura della Repubblica di Pescara lo scorso mese ha messo i sigilli ad un paio di oleifici del pescarese che scaricavano gli scarti della lavorazione dell’olio nel fiume Pescara? Allora chiudiamo anche gli oleifici. Chiudiamo tutte le fabbriche e le attività portate avanti in maniera disonesta…Secondo te le imprese al nord che scaricano nel Po sono tutte a norma?Ad esempio tutte le fabbriche conciarie che ci sono?

    #351682
    Max
    Moderatore

    @fracchia wrote:

    In finale ritengo il petrolio una risorsa ormai superata, sulla quale non conviene più investire…L’Italia ad esempio importa quasi tutte le materie prime: perché non investe su fonti alternative (lasciando perdere il nucleare)o su sistemi alternativi che gli permettono un po’ di dipendenza energitica?

    Il petrolio come fonte puramente energetica potrebbe essere sostituito (forse, ma dubito sia possibile al momento) da fonti rinnovabili come l’eolico e il solare. Ma come fonte per produrre altri materiali come lo puoi sostituire? Giusto per parlare (siamo qui per questo 😀 ) dal petrolio si ottiene:

    – combustibili (benzina, gasolio, cherosene, ecc.)
    – olio motore e grassi vari
    – plastica
    – etilene (viene utilizzata per far maturare più velocemente la frutta e per produrre detergenti con poca schiuma)
    – polietilene (per fare imballaggi, rivestimenti, ecc.)
    – alcool etilico (solventi, pitture, cosmetici, fibre tessili, coloranti, saponi, ecc.)
    – polistirolo (usato come isolante nell’edilizia ed imballaggi per giocattoli)
    – PVC (usato nel settore edile e tessile)
    – tessuti in acrilico (la maggior parte degli abiti che indossiamo sono in acrilico)
    – gomme (pneumatici)
    – cuoio
    – spago
    – insetticidi
    – prodotti farmaceutici
    – bitume (asfalto)
    – paraffina (usata nella conservazione di cibi)
    – svariati tipi di acidi
    – coke (utilizzato come combustibile o per produrre elettrodi)
    ed un’altra svariata quantità di materiali di uso comune.

    Pensi che oggi il mondo sia pronto per fare a meno del petrolio? Io penso di no ❗

Stai visualizzando 15 post - dal 16 a 30 (di 101 totali)
  • Devi essere connesso per rispondere a questo topic.