Riflessioni sui cambiamenti nel mondo dell’apnea

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  • #15104
    MAURO650CS
    Partecipante

    Come qualcuno già sà, mi sto dedicando all’apnea pura con l’intenzione di entrare nel mondo delle gare.
    Sto dunque seguendo i vari atleti e documentandomi sui vari allenamenti proposti per la disciplina dell’apnea dinamica.
    Noto che molti degli atleti ad aggi più quotati provengono dal nuoto agonistico e ne stanno importando le tecniche di allenamento. Ciò sta facendo alzare notevolmente il cartellino. Il che mi fa solo molto piacere. Di contro però vedo che sempre meno si parla di rilassatezza, tecniche yoga e pranayama. Non che non si faccia, penso che tutti gli atleti di un certo calibro dedichino del tempo a questi esercizi, ma mi sembra che si stia puntando molto sul fattore “fisico”. Sia loro che molti istruttori vedo che investo molto più tempo alla ricerca della forma fisica, senza tralasciare nessun muscolo (davvero nessuno), e sempre meno, come se fosse un fattore secondario, alla ricerca del benessere mentale, della gestione emotiva nella performance. Ad eccezione di Pelizzari (al tempo) e pochissimi altri nessuno si sta addentrando nella ricerca e/o nel perfezionamento delle tecniche di pranayama e di rilassamento. Cosa che a mio parere contribuisce in maniera più cospicua durante una performance. Correggetemi se sbaglio.
    Tanto per andare controcorrente, invece, coinvolgendo la mia insegnante di yoga, proveremo a seguire e perfezionare un percorso meditativo finalizzato alla gestione dell’apnea. La cosa mi affascina molto, dato che sono ad ormai già tre esperienze che mi stanno lasciando intendere che sia una buona strada da seguire. Voi come la vedete? 😉

    #351936
    Nikodemus
    Membro

    Grande Mau.. 🙂 il tuo discorso non fa una piega e effettivamente come in tutti gli sport si assiste da sempre ad una naturale evoluzione.
    Certo che se uno ha fatto nuoto,pallanuoto e nuoto pinnato sin da piccolo..se dotato,probabilmente avrà una “sensibilità” di gestione dell’intero gesto atletico, di gran lunga superiore alla media 8)
    Ciò non toglie,di trovare ottimi apneisti..che di fisico da atleta,hanno poco o niente,ma grazie ad una loro particolare affinità,riescano lo stesso ad avere risultati eccellenti 😉
    Umberto,vent’anni fa..era riuscito a “fondere” in una unica persona,la fisicità e caparbietà di un E. Majorca , con la spiritualità e preparazione mentale alla J. Mayol…
    Nell’apnea la mente è almeno il 70% del tutto..mentre rilegherei ad un misero 30% il fattore puramente fisico.
    Sicuramente un “animale” di potenza fisica,con il giusto approccio mentale..potrà avere performance straordinarie..alla Goran Colak ,tanto per intenderci..
    Ma il solo allenamento e capacità fisica se non supportate da un percorso mentale,non basteranno a far ottenere i massimi risultati..
    A volte basta fare apnea per sola soddisfazione personale,per cercare dentro noi stessi..ed essere felici 🙂 ..
    Poi fare 60.. o 160mt , per il nostro modo di gioire,vivere,respirare pensando,sarà come aver vinto!

    #351937
    solinasd
    Moderatore

    Mauro, non sono totalmente d’accordo… anzi negli ultimi stage che ho seguito, con dei fortissimi apneisti, la componente mentale e yoga e pranayama erano in assoluta considerazione…
    Un esempio… detto da uno di questi: la mattina mi alzo, faccio un’oretta di yoga, e poi vado a correre. 😉
    Trovo invece che si sta andando nella direzione del perfezionare la componente mentale, senza ovviamente accantonare quella fisica…

    #351938
    vikingo
    Partecipante

    Secondo me si espone la parte fisica e si tende a nascondere l’allenamento emotivo, come una sorta di segreto o arma segreta diversa da atleta ad atleta.

    #351939
    MAURO650CS
    Partecipante

    @solinasd wrote:

    Mauro, non sono totalmente d’accordo… anzi negli ultimi stage che ho seguito, con dei fortissimi apneisti, la componente mentale e yoga e pranayama erano in assoluta considerazione…
    Un esempio… detto da uno di questi: la mattina mi alzo, faccio un’oretta di yoga, e poi vado a correre. 😉
    Trovo invece che si sta andando nella direzione del perfezionare la componente mentale, senza ovviamente accantonare quella fisica…

    Alt, non confondiamo le cose, anzi facciamo chiarezza su alcuni punti che in effetti finché non si approfondiscono rimangono sempre molto oscuri. Lo yoga, il pranayama e la meditazione sono tre cose ben distinte. YOGA in realtà racchiude in sè praticamente tutte e tre le cose, volgarmente però e nella cultura occidentale pranayama e meditazione sono considerate sottocategorie dello yoga e spesso studiate separatamente.
    Lo Yoga almeno per noi occidentali è incentrato principalmente sul corpo.
    Dallo Yoga si accede al benessere psico-fisico, ma “fare yoga” non vuol dire per forza concentrarsi sulla sfera mentale. Si può usare lo yoga per tonificare, dimagrire, rassodare, potenziare, allenare… tantissimi esercizi che propongono le palestre, gli stessi allenatori di nuoto/apnea ecc.. provengono dallo yoga. Nell’ultimo stage che ho fatto TUTTI gli esercizi proposti erano classiche posizioni yoga. Ma nonostante ciò non si è sfiorato nemmeno il discorso mentale. Quindi “faccio prima un’ora di yoga e poi vado a correre”, può voler dire tante cose. Quali esercizi fai? In che maniera? (alcuni esercizi infatti fatti in un certo modo ed ad una certa intensità sviluppano la parte muscolare fatti in un altro la parte psichica) Come strutturi la tua sessione di yoga?
    Il Pranayama lavora sul respiro… come negli esercizi yoga però in base agli esercizi che si eseguono si può lavorare sulla sfera mentale o su quella muscolare. Il classicissimo esercizio di kapalabhati è fenomenale per allenare la zona addominale. Anche meglio dei classici esercizi proposti solitamente.
    Già per esempio non tutti gli atleti (più che altro quelli di calibro minore) prestano attenzione al pranayama che invece dovrebbe essere alle basi e venire anche prima degli esercizi muscolari.
    La meditazione è un’altra cosa ancora e questa invece lavora prettamente sulla sfera mentale… onestamente ne so ancora poco per cui non mi esprimo a riguardo sui possibili benefici ecc..

    Tornando invece a noi… che praticamente tutti gli atleti facciano yoga è assodato, ma che si soffermino sulla sfera mentale e non usino lo yoga solo per allenare solo i muscoli ho seri dubbi, almeno per ciò che ho potuto verificare con le persone con cui ho parlato. Al momento mi risulta che solo Sara Cambell parli di meditazione ed apnea, oltre che seguire regolarmente pratiche di yoga e pranayama.
    Se invece come hai constatato tu, anche altri si stanno muovendo in questo verso mi fa solo piacere! Anche perché se alcuni atleti arrivano a prestazioni del genere trascurando la parte mentale, non oso immaginare cosa possano fare con un minimo di “concentrazione” in più! 😀

    #351940
    zavorra
    Partecipante

    La prestazione in apnea la fanno, a mio parere, questi tre fattori: la padronanza dell’atto, la padronanza di se e il metabolismo.

    La padronanza dell’atto consiste nella capacità di non sprecare ossigeno, ottimizzando il rendimento di ciascun movimento volontario, eliminando ogni spreco. Si allena fisicamente.

    La padronanza di se consente di ridurre gli sprechi dovuti ai muscoli “involontari”, diventando consci del proprio battito cardiaco, delle tensioni muscolari nervose, dello stato mentale migliore, gestendo l’ansia, formando il carattere, l’attitudine alla competizione. Si allena mentalmente.

    Il metabolismo è genetico ma anche legato al tipo di muscolatura che sviluppi. Difficilmente un body builder avrà grosse prestazioni in apnea. I campioni per lo più hanno una muscolatura asciutta ed un fisico longilineo. Questo, oltre a nascerci, lo alleni fisicamente.

    Se un allemento non considera tutto ciò secondo me non è completo. Il mix tra questi tre fattori dipende fortemente dal background dell’atleta, non credo che esista una ricetta standard (a certi livelli, ovviamente).

    #351941
    solinasd
    Moderatore

    Un esempio di quello che ti dicevo: http://www.apneasicura.it/corso-di-yoga-tecniche-di-respirazione-pranayama/
    (di Andrea Zuccari)

    #351942
    Max
    Moderatore

    Io credo che come per gli altri sport anche l’apnea sia in continua evoluzione.
    Vi faccio un esempio personale: io pratico il karate da oltre 25 anni; le tecniche di allenamento e di riscaldamento (oggi si chiama “attivazione”) sono cambiate tantissimo, stravolgendo addirittura ciò che anni orsono si pensasse fossero corrette oggi son diventate obsolete o addirittura “sbagliate”.
    Credo che anche nell’apnea il continuo studio da parte di medici ed atleti porti a migliore e cambiare sia le tecniche di allenamento che di effettuazione dei tuffi stessi.
    Che ben vengano le migliorie, che ben vengano nuove cose 😀
    C’è anche però da dire che non siamo tutti uguali (e per fortuna), cioè alcuni esperti del settore la pensano in un modo, altri forse un po conservatori la pensano alla vecchia maniera. Ciò non vuol dire che quel che fa uno sia meglio o peggio dell’altro, forse credo molto dipenda anche dalla predisposizione fisica.

    #351943
    MAURO650CS
    Partecipante

    @solinasd wrote:

    Un esempio di quello che ti dicevo: http://www.apneasicura.it/corso-di-yoga-tecniche-di-respirazione-pranayama/
    (di Andrea Zuccari)

    Ottimo! Bella iniziativa che non conoscevo! 😉

    Comunque parliamo sempre di tecniche yoga e pranayama, ma non di meditazione… faccio un esempio concreto che forse può spiegare meglio. Nella meditazione, capita, (anzi in realtà è l’aspirazione di chi medita) di avere l’impressione di uscire dal corpo, si è in una sorta di trance ma al contempo pienamente consapevoli del proprio corpo e delle proprie sensazioni e questo avviene anche in una circostanza di tensione muscolare. E’ una sensazione davvero difficile da spiegare che andrebbe provata, e che io non ho mai sperimentato con lo yoga nidra, ma in tutt’altre circostanze. Lo yoga nidra o rilassamento profondo è appunto un rilassamento, e diverso dalla meditazione che come dicevo può avvenire anche sotto tensione muscolare e vorrei provare a sperimentare se può avvenire anche nel contesto di una performance (cosa impossibile nello yoga nidra).
    E’ proprio questa branchia che mi interessa particolarmente e che noto sembra essere “snobbata” dai big dell’apnea. O forse molto più probabilmente mi sto facendo millemila pippe mentali 😀 😀 😀 .

    Tra l’altro il link che hai postato fa riferimento alla scuola di Jimmy Muzzone, che so essere uno dei pochissimi ad essere attento a questa sfera e davvero parecchio esperto su tutto ciò che concerne l’apnea. 😉 E comunque ripeto non si accenna alla meditazione 8)

    #351944
    MAURO650CS
    Partecipante

    @Max wrote:

    Io credo che come per gli altri sport anche l’apnea sia in continua evoluzione.
    Vi faccio un esempio personale: io pratico il karate da oltre 25 anni; le tecniche di allenamento e di riscaldamento (oggi si chiama “attivazione”) sono cambiate tantissimo, stravolgendo addirittura ciò che anni orsono si pensasse fossero corrette oggi son diventate obsolete o addirittura “sbagliate”.
    Credo che anche nell’apnea il continuo studio da parte di medici ed atleti porti a migliore e cambiare sia le tecniche di allenamento che di effettuazione dei tuffi stessi.
    Che ben vengano le migliorie, che ben vengano nuove cose 😀
    C’è anche però da dire che non siamo tutti uguali (e per fortuna), cioè alcuni esperti del settore la pensano in un modo, altri forse un po conservatori la pensano alla vecchia maniera. Ciò non vuol dire che quel che fa uno sia meglio o peggio dell’altro, forse credo molto dipenda anche dalla predisposizione fisica.

    sai che ho questo pensiero e l’idea di andarmi a studiare la meditazione è nato proprio parlando con un amico ed insegnante di arti marziali? Lui mi ha confermato ciò che dici, ma ancora meglio mi ha fatto riflettere su quanto è appunto importante la meditazione in determinate discipline…la meditazione è per lui… anche durante il combattimento! 😯 ed allora mi sono detto perché non dentro una discesa profonda o in una performance?
    Comunque sto coinvolgendo Filomena in questo… vediamo se si riesce a tirare fuori qualcosa di utile.

    #351945
    Max
    Moderatore

    @MAURO650CS wrote:

    Comunque sto coinvolgendo Filomena in questo… vediamo se si riesce a tirare fuori qualcosa di utile.

    😉

    #351946
    Nikodemus
    Membro

    L’unico atleta italiano che conosco..che ha scelto come stile di vita,l’apnea a 360° é Davide Carrera..
    Un ragazzo che medita,si prepara,respira..tutto seguendo una linea di pensiero,un suo modo di vivere lontano da tutto quello che può essere la quotidianità”normale”.
    Nel 2002 ad una gara di apnea in Liguria..é stato uno dei pochissimi,di primissima mattina a fare il “saluto al sole”,sul suo tappetino,eseguendo stretching, con un sorriso invidiabile sul volto…
    Anch’io sono del parere che si è cresciuti molto,ma sono anche convinto che per noi occidentali sia,per mentalità e cultura,molto più facile ottenere risultati col training autogeno,piuttosto dello yoga..
    Le discipline orientali sicuramente molto complete e attuabili come linee guida della vita,richiedono una dedizione giornaliera totale,certo volere è potere..

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