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- Questo topic ha 43 risposte, 20 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 10 anni, 6 mesi fa da Naber.
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1 Novembre 2013 alle 13:10 #317915icaroMembro
rip
1 Novembre 2013 alle 13:54 #317916Look MakerPartecipante@dolphin81 wrote:
@Look Maker wrote:
Non mi pare che ci siano grandi discriminanti tra i morti in PIA. Ne ho sentiti purtroppo di tutte le età , anche se forse la maggior parte di loro era di buona esperienza. La classica cosa che porta ad abbassare la guardia.
Non saprei davvero. Non smetterò perchè mi piace troppo ma cercherò di aumentare ancora la sicurezza. Non saprei come, visto che sono già abbondantemente attento…ma anche solo il fatto di prestare sempre attenzione fa la sua parte.Solo quote ridotte possono aumentare molto la sicurezza….per il resto chiunque è a rischio.
I fattori di rischio sono tanti, parlare solo di quote non è corretto a mio avviso. Elenco quelli che secondo me sono importanti e ai quali presto attenzione:
– le condizioni del mare: non esco mai se il mare supera i 50 cm di onda anche se sono consapevole di non trovare spigolone in caccia…ma me ne frego.
– attrezzatura in perfetto stato, compreso coltello con lama ben affilata
– preparazione teorica adeguata, un corso di apnea (io ho il brevetto AA)
– zavorra adeguata alla batimetrica di interesse, questa estate il ragazzo che è morto aveva una zavorra decisamente eccessiva ad esempio, cosa che rende ben più faticosa la risalita.
– attenzione allo stomaco, non mangiare a ridosso della battuta di pesca perchè anche se magari non incorriamo in congestioni il nostro fisico si trova in un momento non adatto all’apnea
– non pescare troppo a largo, per mille motivi tra cui i cafonauti e il troppo tempo richiesto per rientrare (es in caso di emorragia).
– LE CONDIZIONI FISICHE, il fisico deve essere allenato e noi dobbiamo conoscere perfettamente i nostri limiti
– la presenza di un compagno di pesca, anche se in effetti pescare a 150 m di distanza non serve a nulla quindi su questo argomento ci sarebbe da discutere. L’unica soluzione è farsi reciprocamente controllo ad ogni tuffo…ma rende la pescata una noia mortale.
– la CONSAPEVOLEZZA che perdere un pesce non è nulla di grave, il bello è stare in mare, non vale la pena sforzare l’apnea solo perchè una cernia non vuole uscire da un buco.
– non mettere le mani nei buchi tra gli scogli
– non mettere la testa nei buchi tra gli scogli
– non entrare nei buchi tra gli scogli, ho da poco lasciato un’asta in un buco..avrei potuto entrare e staccarla ma ho preferito non rischiare
– ovviamente, non scendere a quote che non sappiamo gestire
– avere un profondimetro con timer (io ho il D4i ma uno qualunque va bene), la consapevolezza della nostra posizione durante il tuffo è di grande aiuto e aumenta molto la sicurezzaSeguendo queste regole sono abbastanza convinto di ridurre di molto i rischi della PIA, sono elencati anche i motivi per i quali sono morti un bel po’ di pescasub infatti. Certo che se poi ti prende un infarto allora c’è poco da fare, ma sarebbe uguale se fossi sul tuo divano a casa.
Spero sia utile questo piccolo elenco.
1 Novembre 2013 alle 14:08 #317917dallisottoPartecipante@dolphin81 wrote:
@Look Maker wrote:
Non mi pare che ci siano grandi discriminanti tra i morti in PIA. Ne ho sentiti purtroppo di tutte le età , anche se forse la maggior parte di loro era di buona esperienza. La classica cosa che porta ad abbassare la guardia.
Non saprei davvero. Non smetterò perchè mi piace troppo ma cercherò di aumentare ancora la sicurezza. Non saprei come, visto che sono già abbondantemente attento…ma anche solo il fatto di prestare sempre attenzione fa la sua parte.Solo quote ridotte possono aumentare molto la sicurezza….per il resto chiunque è a rischio.
Sono super d’accordo.
Rimangono i rischi legati ai cafonauti ma quelli per noi sono ingestibili, se non con una boa adeguata e visibile.Poca profondità significa per il nostro corpo un minor stress di quello che si puo’ definire riflesso di immersione.
Tempi di risalita ridotti e pressioni parziali che cambiano di poco.Secondo me, ad esclusione delle vittime di cafonauti, muoiono prevalentemente PIA esperti, o presunti tali, che non novellini
perchè l’esperienza abbassa le difese, inconsciamente.1 Novembre 2013 alle 17:07 #317918Fulvio57Partecipante@dallisotto wrote:
@dolphin81 wrote:
@Look Maker wrote:
Non mi pare che ci siano grandi discriminanti tra i morti in PIA. Ne ho sentiti purtroppo di tutte le età , anche se forse la maggior parte di loro era di buona esperienza. La classica cosa che porta ad abbassare la guardia.
Non saprei davvero. Non smetterò perchè mi piace troppo ma cercherò di aumentare ancora la sicurezza. Non saprei come, visto che sono già abbondantemente attento…ma anche solo il fatto di prestare sempre attenzione fa la sua parte.Solo quote ridotte possono aumentare molto la sicurezza….per il resto chiunque è a rischio.
Sono super d’accordo.
Rimangono i rischi legati ai cafonauti ma quelli per noi sono ingestibili, se non con una boa adeguata e visibile.Poca profondità significa per il nostro corpo un minor stress di quello che si puo’ definire riflesso di immersione.
..
Tempi di risalita ridotti e pressioni parziali che cambiano di poco.Secondo me, ad esclusione delle vittime di cafonauti, muoiono prevalentemente PIA esperti, o presunti tali, che non novellini
perchè l’esperienza abbassa le difese, inconsciamente.Mi trovi d’accordo. Sullo stress dovuto alla bassa profondità , non è esattamente così, però. Nel bassofondo bisogna zavorrarsi oltremodo . A parte l’arrivare a piombo sul fondo, bisogna starci limitando la fatica dell’arroccarsi sulle roccie per effettuare piccoli aspetti o spostandosi, con l’uso della mano sinistra, effettuando agguati. La risacca ti sposta rendendo difficile la mira, e quest’ultima deve corrispondere ad una velocissima reazione d’istinto.
…Sempre meglio che lavorare, comunque !! 😀 😉1 Novembre 2013 alle 18:25 #317919cccoPartecipantestavo pensando…perchè non prendere spunto da queste evento (morte)
per ribadire la questione distanza di sicurezza ai nostri governatori???1 Novembre 2013 alle 18:51 #317920madmax70PartecipanteR.I.P. 🙁
1 Novembre 2013 alle 19:14 #317921Fulvio57Partecipante@ccco wrote:
stavo pensando…perchè non prendere spunto da queste evento (morte)
per ribadire la questione distanza di sicurezza ai nostri governatori???Non penso sia questo il problema maggiore, Francesco. Le distanze servono a preservarci sopratutto dai cafonauti, previe dotazioni congrue, ma non dalla sottovalutazione di ciò che il Mare può causare.
2 Novembre 2013 alle 6:59 #317922NikodemusMembrocome ha scritto submaro , papà Stasio è stato un buon pescatore e agonista..con diversi campionati alle spalle , a cavallo degl’ anni 70-80… successivamente impegnatosi in politica locale , si era battuto per la riapertura del monte di Portofino, riuscendovi l’anno successivo alla sua istituzione , soltanto per il periodo estivo (correva l’anno del Signore 1999 🙁 ), ridando gioia a tutti noi liguri e non per due mesi abbondanti 🙂
la perdita di un figlio da parte dei genitori è sempre difficilmente accettabile..è innaturale per un padre sopravvivere ad un figlio 🙁
ancor di più , magari sentendosi… quasi la causa della forte passione , se non altro come spirito di emulazione e orgoglio..
se un giocatore di tennis , prendo uno sport a caso , ha qualche problema fisico , acciacco , o incidente sul campo.. difficilmente sarà di entità grave o mortale , come invece , purtroppo.. può e succede in apnea!
ancora R.I.P.4 Novembre 2013 alle 12:51 #317923dolphin81Partecipante@Look Maker wrote:
@dolphin81 wrote:
@Look Maker wrote:
Non mi pare che ci siano grandi discriminanti tra i morti in PIA. Ne ho sentiti purtroppo di tutte le età , anche se forse la maggior parte di loro era di buona esperienza. La classica cosa che porta ad abbassare la guardia.
Non saprei davvero. Non smetterò perchè mi piace troppo ma cercherò di aumentare ancora la sicurezza. Non saprei come, visto che sono già abbondantemente attento…ma anche solo il fatto di prestare sempre attenzione fa la sua parte.Solo quote ridotte possono aumentare molto la sicurezza….per il resto chiunque è a rischio.
I fattori di rischio sono tanti, parlare solo di quote non è corretto a mio avviso. Elenco quelli che secondo me sono importanti e ai quali presto attenzione:
– le condizioni del mare: non esco mai se il mare supera i 50 cm di onda anche se sono consapevole di non trovare spigolone in caccia…ma me ne frego.
– attrezzatura in perfetto stato, compreso coltello con lama ben affilata
– preparazione teorica adeguata, un corso di apnea (io ho il brevetto AA)
– zavorra adeguata alla batimetrica di interesse, questa estate il ragazzo che è morto aveva una zavorra decisamente eccessiva ad esempio, cosa che rende ben più faticosa la risalita.
– attenzione allo stomaco, non mangiare a ridosso della battuta di pesca perchè anche se magari non incorriamo in congestioni il nostro fisico si trova in un momento non adatto all’apnea
– non pescare troppo a largo, per mille motivi tra cui i cafonauti e il troppo tempo richiesto per rientrare (es in caso di emorragia).
– LE CONDIZIONI FISICHE, il fisico deve essere allenato e noi dobbiamo conoscere perfettamente i nostri limiti
– la presenza di un compagno di pesca, anche se in effetti pescare a 150 m di distanza non serve a nulla quindi su questo argomento ci sarebbe da discutere. L’unica soluzione è farsi reciprocamente controllo ad ogni tuffo…ma rende la pescata una noia mortale.
– la CONSAPEVOLEZZA che perdere un pesce non è nulla di grave, il bello è stare in mare, non vale la pena sforzare l’apnea solo perchè una cernia non vuole uscire da un buco.
– non mettere le mani nei buchi tra gli scogli
– non mettere la testa nei buchi tra gli scogli
– non entrare nei buchi tra gli scogli, ho da poco lasciato un’asta in un buco..avrei potuto entrare e staccarla ma ho preferito non rischiare
– ovviamente, non scendere a quote che non sappiamo gestire
– avere un profondimetro con timer (io ho il D4i ma uno qualunque va bene), la consapevolezza della nostra posizione durante il tuffo è di grande aiuto e aumenta molto la sicurezzaSeguendo queste regole sono abbastanza convinto di ridurre di molto i rischi della PIA, sono elencati anche i motivi per i quali sono morti un bel po’ di pescasub infatti. Certo che se poi ti prende un infarto allora c’è poco da fare, ma sarebbe uguale se fossi sul tuo divano a casa.
Spero sia utile questo piccolo elenco.
Molti di questi consigli possono essere utili per un neofita….quasi tutti i sub morti muoiono per sincope ed essa avviene quasi esclusivamente a quote elevate. Per morire a 10 metri devi fare qualche cazzata colossale a prescindere dal grado di preparazione. A quote più impegnative ,per quanto siano soggettive e dipendenti dal grado di allenamento, le variazioni pressorie influiscono maggiormente sul rischio di incorrere in una sincope.
Alcune delle cose che hai elencato sono invece di fondamentale importanza…vedi la zavorra adeguata e non fare quote che non ci appartengono…4 Novembre 2013 alle 19:03 #317924NaberPartecipante@dolphin81 wrote:
@Look Maker wrote:
@dolphin81 wrote:
@Look Maker wrote:
Non mi pare che ci siano grandi discriminanti tra i morti in PIA. Ne ho sentiti purtroppo di tutte le età , anche se forse la maggior parte di loro era di buona esperienza. La classica cosa che porta ad abbassare la guardia.
Non saprei davvero. Non smetterò perchè mi piace troppo ma cercherò di aumentare ancora la sicurezza. Non saprei come, visto che sono già abbondantemente attento…ma anche solo il fatto di prestare sempre attenzione fa la sua parte.Solo quote ridotte possono aumentare molto la sicurezza….per il resto chiunque è a rischio.
I fattori di rischio sono tanti, parlare solo di quote non è corretto a mio avviso. Elenco quelli che secondo me sono importanti e ai quali presto attenzione:
– le condizioni del mare: non esco mai se il mare supera i 50 cm di onda anche se sono consapevole di non trovare spigolone in caccia…ma me ne frego.
– attrezzatura in perfetto stato, compreso coltello con lama ben affilata
– preparazione teorica adeguata, un corso di apnea (io ho il brevetto AA)
– zavorra adeguata alla batimetrica di interesse, questa estate il ragazzo che è morto aveva una zavorra decisamente eccessiva ad esempio, cosa che rende ben più faticosa la risalita.
– attenzione allo stomaco, non mangiare a ridosso della battuta di pesca perchè anche se magari non incorriamo in congestioni il nostro fisico si trova in un momento non adatto all’apnea
– non pescare troppo a largo, per mille motivi tra cui i cafonauti e il troppo tempo richiesto per rientrare (es in caso di emorragia).
– LE CONDIZIONI FISICHE, il fisico deve essere allenato e noi dobbiamo conoscere perfettamente i nostri limiti
– la presenza di un compagno di pesca, anche se in effetti pescare a 150 m di distanza non serve a nulla quindi su questo argomento ci sarebbe da discutere. L’unica soluzione è farsi reciprocamente controllo ad ogni tuffo…ma rende la pescata una noia mortale.
– la CONSAPEVOLEZZA che perdere un pesce non è nulla di grave, il bello è stare in mare, non vale la pena sforzare l’apnea solo perchè una cernia non vuole uscire da un buco.
– non mettere le mani nei buchi tra gli scogli
– non mettere la testa nei buchi tra gli scogli
– non entrare nei buchi tra gli scogli, ho da poco lasciato un’asta in un buco..avrei potuto entrare e staccarla ma ho preferito non rischiare
– ovviamente, non scendere a quote che non sappiamo gestire
– avere un profondimetro con timer (io ho il D4i ma uno qualunque va bene), la consapevolezza della nostra posizione durante il tuffo è di grande aiuto e aumenta molto la sicurezzaSeguendo queste regole sono abbastanza convinto di ridurre di molto i rischi della PIA, sono elencati anche i motivi per i quali sono morti un bel po’ di pescasub infatti. Certo che se poi ti prende un infarto allora c’è poco da fare, ma sarebbe uguale se fossi sul tuo divano a casa.
Spero sia utile questo piccolo elenco.
Molti di questi consigli possono essere utili per un neofita….quasi tutti i sub morti muoiono per sincope ed essa avviene quasi esclusivamente a quote elevate. Per morire a 10 metri devi fare qualche cazzata colossale a prescindere dal grado di preparazione. A quote più impegnative ,per quanto siano soggettive e dipendenti dal grado di allenamento, le variazioni pressorie influiscono maggiormente sul rischio di incorrere in una sincope.
Alcune delle cose che hai elencato sono invece di fondamentale importanza…vedi la zavorra adeguata e non fare quote che non ci appartengono…Agiungerei una cosa che pochi elencano e non si tiene in considerazione:
Visita annuale,sportiva o per lo meno visita accurata da un cardiologo col cuore sotto sforzo…è essenziale!!!5 Novembre 2013 alle 7:37 #317925SARDENTICE81Moderatore@Naber wrote:
Agiungerei una cosa che pochi elencano e non si tiene in considerazione:
Visita annuale,sportiva o per lo meno visita accurata da un cardiologo col cuore sotto sforzo…è essenziale!!!importantissimo!!! sono d’accordo
5 Novembre 2013 alle 10:52 #317926NaberPartecipante@SARDENTICE81 wrote:
@Naber wrote:
Agiungerei una cosa che pochi elencano e non si tiene in considerazione:
Visita annuale,sportiva o per lo meno visita accurata da un cardiologo col cuore sotto sforzo…è essenziale!!!importantissimo!!! sono d’accordo
Anche se sono ormai “l’eterno indeciso” del forum, qualcosa di giusto ogni tanto…la dico vero? 🙄
5 Novembre 2013 alle 11:13 #317927SARDENTICE81Moderatore@Naber wrote:
Anche se sono ormai “l’eterno indeciso” del forum, qualcosa di giusto ogni tanto…la dico vero? 🙄
si certamente 😉
puoi essere indeciso su attrezzatura fucili e quant’altro, ma non sulla sicurezza6 Novembre 2013 alle 11:39 #317928NaberPartecipante@SARDENTICE81 wrote:
@Naber wrote:
Anche se sono ormai “l’eterno indeciso” del forum, qualcosa di giusto ogni tanto…la dico vero? 🙄
si certamente 😉
puoi essere indeciso su attrezzatura fucili e quant’altro, ma non sulla sicurezzasulla sicurezza effettivamente sono sulla “retta via” 😀
mi manca solo un consigliere ufficiale per facilitarmi le decisioni 🙄 -
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