Un problema fondamentale: il diametro degli elastici

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  • #114714
    Fulvio48
    Partecipante

    In attesa dell’articolo sugli elastomeri che Giorgio Dapiran sta preparando mi permetto di intervenire, purtroppo dandovi brutte notizie sulla possibilità  di condurre una scelta degli elastici basata su elementi certi e documentabili.
    Occorre innanzitutto dire che per caratterizzare i “nostri” elastici non sono quasi mai applicabili le norme Standardizzate della serie UNI ISO, sviluppate soprattutto per gli elastomeri vulcanizzati.
    Le norme UNI ISO sono una serie di norme che standardizzano metodi di misura e prova, mediante i quali è possibile condurre dei tests, nel nostro caso sugli elastomeri, in grado di fornire dei risultati che possano essere posti a confronto. Queste norme, in alcuni casi, forniscono anche dei valori di riferimento per alcune tipologie di prodotto e per alcuni parametri.
    Di nostro interesse sarebbero almeno i seguenti parametri:
    1. diagramma carico/allungamento (carico lento e progressivo)
    2. diagramma scarico/accorciamento (scarico lento e progressivo)
    3. perdita di carico nel tempo (sotto carico statico)
    4. resistenza agli UV ed alla temperatura nel tempo
    5. capacità  di restituzione dell’energia immagazzinata (istantanea)
    6. capacità  di restituzione dell’energia immagazzinata (istantanea) dopo n cicli di utilizzo.

    Per i primi tre punti, diversi sperimentatori dell’ambiente hanno prodotto i risultati dei loro tests. Questi tests sono stati condotti secondo protocolli che potrebbero essere validi e credibili, ma che tuttavia non hanno i crismi dell’ufficialità  e sono difficilmente replicabili da altri sperimentatori.

    Per il punto 4 si potrebbe mutuare un test da quelli ISO UNI che prevedono l’esposizione ad ozono ed UV in ambiente standardizzato e controllato. Questo test potrebbe essere utile per mettere a confronto marche e partite diverse di elastici al fine di verificarne la resistenza nel tempo agli agenti atmosferici. Al momento, non esiste comunque una prova standardizzata ad hoc. Sarebbe comunque possibile rivolgersi ad un laboratorio appositamente attrezzato ed accreditato, e far effettuare delle prove comparative secondo protocolli da mettere a punto.

    Per il punto 5 (e quindi il 6), ovvero la verifica della capacità  di restituire l’energia immagazzinata, occorre dire con chiarezza che è un “buco nero”. Ci sono solo alcune relazioni basate su dati ricavati teoricamente la cui significatività  è stata discussa a suo tempo da Dapiran, quindi recentemente da me riassunta ed integrata in un post che è archiviato nella sezione “Ricerca scientifica/Pubblicazioni-Sulla gittata degli arbaletes”.
    Per il momento, i soli dati sperimentali possono essere ascritti a Nico Brummer che ha testato dei “rollergun” autocostruiti ed a Giorgio Dapiran che ha sottoposto a verifica velocità  ed energia delle aste lanciate da diversi fucili della sua produzione. Nei due casi si tratta di tests complessivi di tiro, e non specifici per la caratterizzazione degli elastici. In tale direzione si stanno muovendo anche alcuni nostri amici quali Luciano Garibbo, SvL, ecc., a cui va un anticipato ringraziamento per l’impegno che stanno profondendo.

    Lo studio analitico della capacità  di restituire l’energia immagazzinata dagli elastici dovrebbe tenere conto di diversi fattori che si influenzano vicendevolmente. Ad esempio porto questi tre fattori: percentuale di allungamento, massa da proiettare, lunghezza della corsa. Come interagiscono tra loro? Come effettuare un test che possa discretizzare i tre fattori portando ad un risultato che possa essere “l’etichetta” di un certo prodotto? Beh, per il momento non esiste.
    Si opera quindi per via empirica, non sugli elastici, ma sul fucile nel suo complesso, associando ad una certa arma una certa asta e quindi ricercando per prove successive quale è l’elastico migliore (parlo solo di diametro, lunghezza ed eventuale raddoppio o triplicazione, non di marca). Quindi con un metodo iterativo si può passare a sostituire l’asta tenendo fisso l’apparato propulsivo. Questo fino a trovare la soluzione ottimale.
    Solo allora miei cari “customizzatori”, ammesso che il produttore abbia operato intelligentemente, diligentemente e con misure fisiche affidabili, si potrebbe pensare a successivi modesti aggiustamenti o personalizzazioni dell’arma acquistata.
    E’ da segnalare, comunque, che in tutte le riviste specializzate, in tutti i forum e nei cataloghi di alcuni commercianti sono disponibili tabelle e consigli, relativi a dimensioni e tipi di elastici da destinare alle diverse misure di fucile. Tali indicazioni sono a mio parere puramente indicative per un primo approccio al problema. Niente a che vedere con caratterizzazioni ottenute con metodo scientifico: metodo che tuttora è da ricercare e codificare.

    Posso quindi solo ripetere quanto ho già  avuto modo di esporre nel post archiviato nell’Area Scientifica/Pubblicazioni:
    – un elastico molto allungato (fattori maggiori o molto maggiori di 300%) potrebbe essere snervato, oppure provocare partenze troppo brucianti che causano eccessivi momenti di rinculo (quindi perdita di gittata), eccessive flessioni dell’asta in partenza (aumento degli attriti durante la corsa), corta corsa di accompagnamento dell’asta.
    – Elastici molto potenti per quanto progressivi possono non essere correttamente gestibili da tutti. E’ più corretto incrementare gradualmente la potenza installata con il progredire dell’abilità  complessiva nel tiro. E poi, detto tra noi, è più facile accorciare un elastico che allungarlo, o no?

    #114715
    fabiocar
    Partecipante

    @dnlzmp wrote:

    @fabiocar wrote:

    @giodap wrote:

    Sto finendo di rielaborare tutti i diagrammi sugli elastomeri poi riunificheremo il dibattito sugli elastici.
    ps Fabietto, quella degli elastici grassi è troppo forte!
    Giorgio

    perche’ maestro,ho detto una cavolata? 😉

    Credo intendesse che dire “grassi” è un modo folcloristico per identificare degli elastici dal diametro maggiore rispetto ad altri.
    Non è una cavolata, è un modo carino che hai usato.

    si si,lo avevo capito 😉
    sono molto curioso di vedere gli sviluppi prodotti dall’ing dapiran.
    pultroppo,sugli elastomeri,se ne sa’ veramente poco,essi vengono valutati sostanzialmente,o a consiglio,o a pelle,o a marca,sta di fatto pero’,che ultimamente ,questi si siano evoluti in maniera tale,da esser senza ombra di alcun dubbio,oggetto di studio,e quindi ,di una maggiore cultura,che ovviamente ,porta a delle scelte molto piu’ tecniche e preparate daurante l’acquisto.l’epoca degli elastici duri da caricare=elastici che tirano forte,penso che stia finendo!
    anche in questo componente di primaria importanza per il fucile ad elastici,c’e’ un fenomeno evolutivo in atto,non da poco conto.
    l’elastico infatti,e’ una componente attiva,di un sistema veramente delicato,a mio avviso,oltre a determinare il grado piu’ agevole al caricamento,in fase di stiraggio,deve essere in grado di sostenere , e rilasciare l’energia elastica inmagazzinata,con il minimo di dispersione,ovviamente tenedo conto,che in fase di rilascio,si produce una reazione contraria alla direzione del moto della gomma,e quindi piccole dispersioni di puro fattore tecnico,sono inevitabili.

    #114716
    giodap
    Partecipante

    Ho pubblicato lo studio preannuciato che in parte era già  nel mio studio balistico degli Jedi, in parte è inedito, ho aggiunto anche un box scritto da Mario, uno dei miei collaboratori. Spero si possano vedere i diagrammi. Lascio a tutti il tempo di leggerlo poi risponderò alle domande partendo da quelle già  presenti nel gabinetto scientifico.
    Fulvio pubblicherà  presto un suo elaborato che arricchirà  le conoscenze in merito.
    Giorgio

    Nota di Fulvio48: il mio post è sopra. Lo studio di Giorgio lo trovate in Ricerca-Pubblicazioni.

    #114717
    GIANNICLEMENTE
    Partecipante

    Io sono convinto che la formula finale sia minore sezione possibile e qualità  assoluta dell’elastico . Inoltre un definitivo studio sull’insagolatura e attuazione del suo miglior sistema idrodinamico di montaggio .
    Ciao

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