La cernia è una preda eccezionale e sogno di molti neofiti.
Negli anni è diventata una preda da pescatore professionista; decine di anni fa le cernie girovagavano e stazionavano in fondali relativamente bassi, ma ora, se si vogliono pescare cernie di dimensioni considerevoli bisogna spingersi fino ad almeno 15m di profondità per aumentare le probabilità di incontro e cattura. Questo è dovuto alle continue illegali tecniche di pesca che per anni hanno decimato le varie specie marine e che hanno costretto i pesci ad abitare in luoghi sempre più profondi; così anche il pescatore, se vuole prendere prede di dimensioni considerevoli, deve avere dei polmoni d’acciaio e deve tenersi in costante allenamento.
Le caratteristiche che rendono difficile l’individuazione e la cattura dell’animale sono molteplici; oltre a quanto detto precedentemente, la cernia dispone di una colorazione delle squame scura e macchiata che la rendono quasi invisibile quando si trova negli anfratti bui dove suole stazionare. Anche la tana è un punto a favore della cernia: il pesce ha una casa-fortezza abbastanza difficile da espugnare. La tana è spesso formata da grossi massoni sovrapposti con più entrate, spesso a gomito, e a più uscite, perciò uno errato avvicinamento al pesce renderebbe i nostri sforzi inutili, visto che l’animale non esiterebbe a nascondersi nei meandri più profondi della sua dimora.
La cernia è possibile incontrarla in prossimità di grosse pietre, sulla sabbia o tra la posidonia, presso le franate di roccia, nelle secche o nelle fenditure dei grossi massi. E’ indispensabile per il pescatore subacqueo abituarsi, con l’esperienza, ad individuare la tana del pesce.
Tecnica di pesca
La pesca in tana è la tecnica più comune per insidiare la cernia.
Una volta stabilito il punto in cui immergersi, eseguiamo la capovolta e pinneggiamo fino ad arrivare ad essere negativi e quindi ci lasciamo calare sul fondo senza fare movimenti bruschi per non allertare gli altri pesci. Una volta avvistata la cernia o l’anfratto che potrebbe ospitarla, ci dirigiamo verso di lei usando le pinne come timoni. A questo punto possiamo agire in due modi: possiamo puntarla mentre siamo in fase di caduta e sparare una volta che il pesce è a tiro, oppure possiamo cadere poco distanti per poi sorprenderla, aggirandola tra i sassi, in un agguato, nel caso in cui la cernia, stimolata dalla sua curiosità, esca dalla tana.
E’ molto importante riuscire ad avvicinarsi alla cernia senza fare il minimo movimento scomposto, altrimenti vedremo solamente una scodata e il pesce che si intana.
Una volta individuata la cernia, è indispensabile accertarsi che essa ci stia di fronte e non di coda; infatti, l’errore di molti pescatori, poco esperti o che si fanno prendere troppo dalla fretta di prendere il pesce, è quello di sparare al serranide quando è di coda o quando l’entrata della tana è troppo piccola. Quando spariamo, dobbiamo essere certi che l’asta colpisca il pesce in mezzo agli occhi per fulminarlo all’istante, in modo che la cernia non apra gli opercoli branchiali e si arrocchi. Infatti questo serranide tenta, una volta colpito, di allargare le branchie per non essere estratto dalla tana. Nel caso il pesce ci porga il dorso, bisogna trovare un’altra apertura da cui sparare per prendere la cernia all’altezza del cervello. Una volta colpito, si procede all’estrazione, prendendo la cernia per le cavità orbitali; così facendo il pesce rimane come stordito e non reagisce violentemente alla cattura. Può capitare, in alcuni casi, di imbatterci in serranidi che si trovano a caccia; il meandro che usa la cernia per la caccia è meno complesso di quello in cui vive, infatti è costituito, in genere, da un’entrata principale ed una secondaria e ciò consente, spesso, una più semplice cattura.
Spesso possiamo insidiare le cernie, anche quando sono fuori dalla tana, con una manovra in caduta. L’avvicinamento al pesce è sempre lo stesso solo che la cattura può svilupparsi in due modi. Se riusciamo a muoverci il meno possibile, forse la cernia si farà portare a tiro, altrimenti comincerà a scappare e, in questo caso, aspetteremo che si intani per tentare poi con le procedure di cattura prima citate. In entrambi i casi è importante che la freccia parta nel momento che precede la fuga del serranide, cioè nel momento in cui la cernia comincia ad aprire le pinne dorsali.
Attrezzature consigliate
E’ praticamente indispensabile, quando si va a caccia di cernie, portarsi dietro almeno due fucili, preferibilmente uno lungo ad elastico ed uno più corto oleopneumatico che in caso di necessità possa facilitare l’uccisione dell’animale ed una sua più facile estrazione.
E’ consigliabile anche essere muniti di un raffio, nel caso in cui sia difficile portare fuori dalla tana la cernia.