Amarcord

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  • #202198
    SARDENTICE81
    Moderatore

    e si e’ proprio questo il punto, CI PIACE E CI RENDE FELICI 😀
    stasera tornando dall’ufficio dopo aver iniziato questo nostro discorso, me ne stavo tra me e me a pensare ai messaggi di oggi e mentre rientravo con il mio scooter ho visto un incidente dove sono intervenute due ambulanze per soccorrere i due motociclisti coinvolti
    quando vedo queste cose, e ne vedo spesso penso che nonostante io ci metta tutta la prudenza del mondo, potrebbe succedere a me, ma e’ un pensiero che devo scacciare e tenere solo il buon senso che deriva dalla paura,
    ma mi sa che siamo andati OT 😀

    #202199
    DesmoAccanito
    Partecipante

    @Max wrote:

    L’ho convinto a scrivere alcuni suoi racconti delle mille vicende ed esperienze vissute, poi le posterò qui… 🙂

    :cheers: :cheers: :cheers: :cheers: :cheers:

    #202200
    Max
    Moderatore

    Trascrivo in questo post il primo dei racconti di mio Padre scritto di suo pugno.

    Era l’anno 1968, avevo 28 anni e facevo servizio al faro dell’Isola di Vulcano (Eolie). Come tutte le mattine sono andato a pesca in barca, ma quella mattina invece che accompagnarmi come al solito il mio amico e collega di lavoro Sauro venne mia moglie (la mamma di Max) che aspettava il nostro primo figlio Stefano che oggi ha 40 anni.
    Ancorata la barca mi immergo ed inizio il mio percorso di pesca, che in breve tempo mi porta a diverse decine di metri dalla barca. In una tana abbastanza fonda individuo una bella cernia, sparo e la prendo ma non avendola colpita bene questa si arrocca in tana. Tento un paio di volte di tirarla fuori ma niente…non viene.
    Torno in superficie, mi riposo, e nel frattempo mi accorgo che il raffio non è con me…cavolo…l’ho dimenticato a casa…porca misera!!! Ventilo in tranquillità  e torno giu nel tentativo di estrarla dalla tana…niente da fare!!
    Ripeto questi tuffi per diverso tempo, ma non c’è niente da fare. La profondità  era notevole e da solo non volevo rischiare più di tanto.
    Decido quindi di lasciare la tana pedagnata e tornare sulla barca per tornare a casa a prendere il raffio. Mi giro verso la barca che era a circa 60/70 metri da me e vedo con stupore mia moglie Annamaria intenta a salpare l’ancora e con fare goffo (a causa anche del pancione) si mette ai remi (tengo a precisare che mia moglie non solo non sa remare ma non sa neanche nuotare). Mi avrà  visto e starà  venendo verso di me penso…ma invece vedo che mette la prua verso terra! Si sarà  stancata e avrà  deciso di tornare a riva….poco male penso…volevo chiamarla ma avendo io il sole alle spalle e lei in faccia sicuramente non mi avrà  notato…tornerò a casa a nuoto.
    Passa diverso tempo, non so dirvi con esattezza quanto tempo ci misi a tornare a riva perché con me non avevo l’orologio. Lascio parte dell’attrezzatura sulla riva lontano da porticciolo dove ormeggiavo la barca e vado a casa (a piedi, non abitavo lontano dal mare) a prendere il raffio. Arrivato a casa noto che non c’era mia moglie….strano…ma non me ne preoccupo, sarà  a casa della vicina.
    Preso il raffio torno sulla spiaggia e mi rimetto a nuotare verso la tana della cernia. Arrivato sulla tana, ventilo, torno giù e con l’aiuto del raffio estraggo finalmenteil cernione…
    Orami s’era fatto abbastanza tardi, ero stanco e decido di non preseguire più a pescare e mi rimetto nuovamente a nuotare verso riva. Arrivo a riva ormai nel tardo pomeriggio e mi riavvio verso casa.
    Arrivato a casa trovo mia moglie sull’uscio della porta con alcune persone che le stavano vicino. Appena mi vedono, dalle espressioni dei loro volti mi rendo subito conto che c’era qualcosa che non andava….mia moglie era NERA dalla rabbia!!!!!!
    Subito dissi a mia moglie: ma che è successo? Perché quella facia? Non è mia la prima volta che vado a pesca e torno tardi….
    E subito lei mi abbaiò contro: pensavo fossi morto, tu sei un pazzo!!!!!! Ti sei immerso e non ti ho visto più riemergere…nonostante non sapevo neanche come si facesse ho tirato su l’ancora, mi sono messa ai remi e piano piano sono tornata a casa a chiamare aiuto per venirti a cercare!!! Arrivata a casa ho chiamato aiuto e siamo andati sulla spiaggia a cercare il morto……
    Mentre lei raccontava io pensavo tra me e me “cavolo…il sole le avrà  nascosto la mia sagoma all’orizzonte, ecco perché salpò l’ancora, non per venire ad aiutarmi ma per andare a casa…ecco perché a casa non c’era nessuno, erano tutti andati a cercare il morto!!! Cavolo….non sapevo se ridere o piangere…ahahahhahahahaha…ma dentro di me mi feci tante risate davvero…..ahahahahahhahah
    Per lei fu davvero una brutta esperienza, infatti fu l’ultima volta che venne con me…cavolo rischiò quasi l’aborto per lo spavento! 😀 😀

    Ragazzi…quando mio padre e mia madre mi raccontarono questa storia (tanti anni fa) mi rotolai a terra dalle risate pensando a mio padre tutto traquillo intento a tirar fuori dalla tana la sua cernia, senza minimamente preoccuparsi della moglie che incinta tornava a casa a remi, e invece mia madre disperata che pensava fosse morto.

    #202201
    sub1
    Partecipante

    bella storia 😀 😀 io personalmente non ci riuscirei a non dare notizie hai miei,gli verrebbe l’infarto,gia’ci e’bastato questa estate,che causa un furto ho perso tempo,e non ho potuto avvisare a casa,e gia’erano tutti a piangere 😐 😐

    #202202
    Max
    Moderatore

    Incontro con lo squalo-Sauro
    Isola di Vulcano autunno 1967

    Con il collega Sauro Bonatti, decidemmo per una battuta di pesca ad est dello scoglio del Quaglietto, dove c’era un basso fondale che partiva da 12 mt e degradava dolcemente man mano che ci si allontanava dall’isola.
    Questo posto era rinomato per l’avvistamento di squali; personalmente per tutta la mia permanenza nell’isola di Vulcano dal 01/03/1966 al 28/02/1970 non ne ho mai visti, tranne una volta che tornavo a Vulcano da Lipari, dove mi ero recato per il rifornimento viveri.

    Arrivati sul punto diamo fondo all’ancora ed iniziammo a pescare uno a sinistra e l’altro a destra della barca. Dopo poco tempo nella mia rete porta pesci gia avevo alcune prede (che ovviamente perdevano sangue) che come ben sapevo poteva attirare gli squali e questa situazione mi faceva stare con i nervi tesi.

    Ad un certo punto mi sentii tirare con forza una pinna, mi sono detto : “ci siamo”. Mi girai di scatto pronto a sparare, ero convinto al 100% si trattasse di uno squalo!
    Quella mattina pescavo con il VicoJet Hurgada a doppio serbatoio (una specie di cannone subacqueo) che avevo acquistato a Lipari dopo aver perso una ricciola di circa 30 kg.

    Non ho capito perché non sparai, (dopo tanti anni ancora oggi non mi spiego come mai non sparai). Davanti a me c’era il mio carissimo amico Sauro attaccato alla mia pinna!!!

    Prima di tutto lui doveva trovarsi in tutt’altro posto, secondo spesso si parlava di questo posto sia per la grande quantità  di pesce ma anche per la possibilità  di trovarci uno squalo…insomma con il sangue che perdevano le prede che avevo nella rete c’era da aspettarselo qualche brutto incontro.

    La giustificazione di Sauro fu che lui non avevo preso niente (anche perché non scendeva molto) e che mi voleva avvisare che sarebbe tornato indietro verso la barca, cosa oltretutto ovvia. Io invece mi ero fatto l’idea che l’aveva fatto di proposito per farmi prendere una “strizza”, senza rendersi conto che aveva rischiato di prendersi una fucilata in testa.

    Molti anni dopo regalai quel fucile al mio caro amico Antonio, un architetto di Termoli

    #202203
    submaro
    Partecipante

    E’ molto bello questo diario storico non fermatevi, racconti,racconti,racconti!!!!!!! 😉

    #202204
    Lefa
    Partecipante

    Bellissimo topic Capitano! :hello1:
    Ringrazia il Maestro!

    #202205
    mario
    Partecipante

    bello , bello, immagino tutto e invidio chi come tuo padre Max, ha praticato il nostro sport in quegli anni ❗ ❗

    #202206
    pietrino
    Partecipante

    tuo padre e’ un grande …max facci sognare!!!

    #202207
    ILMAESTRO
    Partecipante

    Ciao a tutti ragazzi, scusate se non scrivo mai direttamente ma come gia vi ha detto mio figlio Max il computer ed internet per me sono cose dell’altro mondo, ben lontano dalla mia portata di settantenne; anche questo post (mi ha detto Max che si chiama così 😀 ) è stato inserito grazie a lui.

    Qualche settimana fa Max mi ha detto: “Papà  perchè non scrivi qualche racconto delle tue mille avventure in mare? Sai, i ragazzi sul forum ne sarebbero entusiasti, non capita tutti i giorni di avere un pescatore in apnea con la tua esperienza e che va in mare da oltre 60 anni”.

    Così mi sono messo a scrivere di mio pugno qualche vicenda accaduta quando ero in servizio all’Isola di Vulcano (dal 1966 al 1970) posto fantastico per la pescasub sia per la grande quantità  di pesce che c’era sia per la limpidezza delle sue acque.
    Ed è quindi con immenso piacere che vi racconto piccoli aneddoti di vita vissuta in mare che Max pazientemente vi riporta qui.

    Vi ringrazio per le belle parole che avete scritto per me e per il calore che mi dimostrate.

    Vorrei precisare però che alcune delle mie pescate vi potranno apparire come esagerate, ma sappiate che all’epoca la quantità  di pesce era forse 100 volte quella attuale e non si pensava (stupidamente) al fatto che un giorno tutto questo ben di Dio potesse finire.
    Negli anni la pesca professionale a strascico e con le reti da posta, l’inquinamento ed altri fattori hanno ridotto drasticamente la presenza di pesce e noi pescasub ne paghiamo le conseguenze.

    Un saluto a tutti
    Peppino

    #202208
    MIRKO74
    Partecipante

    parole sante,spesso anche il mi babbo mi racconta di un mare pieno di pesci,cosa che noi ormai ci possiamo solo immaginare….
    fortunatamente possiamo compensare anche se in una minima parte,con le nuove attrezzature,in particolare la muta che ci permette di pescare tutto l anno senza congelersi…
    è un piacere leggere queste storie,spero che ce ne siano altre…un saluto al MAESTRO..

    #202209
    sub1
    Partecipante

    proprio per questo motivo a mio padre gli e’passato l’entusiasmo,e piu’ avanti andiamo e’piu’dura e…. 😕

    #202210
    SARDENTICE81
    Moderatore

    @ILMAESTRO wrote:

    Ciao a tutti ragazzi, scusate se non scrivo mai direttamente ma come gia vi ha detto mio figlio Max il computer ed internet per me sono cose dell’altro mondo, ben lontano dalla mia portata di settantenne; anche questo post (mi ha detto Max che si chiama così 😀 ) è stato inserito grazie a lui.

    Qualche settimana fa Max mi ha detto: “Papà  perchè non scrivi qualche racconto delle tue mille avventure in mare? Sai, i ragazzi sul forum ne sarebbero entusiasti, non capita tutti i giorni di avere un pescatore in apnea con la tua esperienza e che va in mare da oltre 60 anni”.

    Così mi sono messo a scrivere di mio pugno qualche vicenda accaduta quando ero in servizio all’Isola di Vulcano (dal 1966 al 1970) posto fantastico per la pescasub sia per la grande quantità  di pesce che c’era sia per la limpidezza delle sue acque.
    Ed è quindi con immenso piacere che vi racconto piccoli aneddoti di vita vissuta in mare che Max pazientemente vi riporta qui.

    Vi ringrazio per le belle parole che avete scritto per me e per il calore che mi dimostrate.

    Vorrei precisare però che alcune delle mie pescate vi potranno apparire come esagerate, ma sappiate che all’epoca la quantità  di pesce era forse 100 volte quella attuale e non si pensava (stupidamente) al fatto che un giorno tutto questo ben di Dio potesse finire.
    Negli anni la pesca professionale a strascico e con le reti da posta, l’inquinamento ed altri fattori hanno ridotto drasticamente la presenza di pesce e noi pescasub ne paghiamo le conseguenze.

    Un saluto a tutti
    Peppino

    Signor papa’ di max, e’ un vero piacere sentirla scrivere di persona, non immagina quanto i racconti che ci tramanda per mano di max ci arricchiscano e credo che piu’ o meno tutti siamo consapevoli della diversita’ che ci sono tra la pesca di adesso e i tempi passati 😀

    #202211
    Max
    Moderatore

    A nascondino con il gatto e la cernia
    Isola di Vulcano estate 1967

    Ero solo al Faro, il collega Sauro era in licenza, e decisi di pescare nei paraggi senza prendere la barca.
    Appena in acqua presi subito una bella murena e due cerniotte. Poco dopo, all’altezza della chiesa, vidi intanarsi un’altra cerniotta sotto una grossa pietra su un fondale di circa 18 mt. In tana vidi muoversi qualcosa e sparai.
    La cernia si era arroccata e lasciai il fucile sul fondo. Appena in superficie vidi la cerniotta uscire dalla tana ma stranamente non si allontanava; era stata completamente attraversata dall’asta ed era rimasta insagolata.

    Alla seconda immersione mi accorsi che l’arpione era ancora conficcato in qualcosa che si muoveva in tana.
    Decisi così di finire con una pugnatala in testa la cerniotta insagolata e successivamente gli tagliai la pancia per liberarla e portarla in superficie.
    Sistemato il pesce nella cintura mi immersi nuovamente per controllare l’arpione rimasto in tana. Il pesce si era incattivato e non avevo il raffio con me, spinsi a fondo l’asta del fucile anche se non vedevo la preda, avevo capito la situazione e provai nuovamente a tirare ma senza risultato.

    Dopo svariate immersioni riuscii a stanare la cernia di circa 8 kg. Stremato ma soddisfatto andai a terra che distava meno di venti metri e con tutta l’attrezzatura mi diressi al Faro distante circa cento metri.
    Mi dissi: “Pe’ (diminutivo di Peppino) per oggi basta”, anche perché mi ero stancato molto.

    Davanti la porta della cucina poggiai la cintura con le cerniotte più piccole e la murena, la cernia più grande e tutta l’attrezzatura, mi tolsi la muta ed entrai in casa anche perché avevo una “consegna” urgente da fare! 😀

    Dopo pochi minuti tornai fuori per sistemare l’attrezzatura e i pesci ma la cernia più grande era sparita!
    Mi girai intorno ma della cernia non vi era traccia, feci il giro del faro e non vidi nulla. Allora misi i pesci nel lavello della cucina e mi dedicai alla ricerca della cernia sparita; solo allora mi accorsi di una striscia di bagnato sul pavimento esterno fatto di mattonelle di cemento quadrettato.
    Seguii la striscia che entrava nell’orticello e continuava verso un mucchio di canne poggiate sul muro di cinta, mi avvicinai e sentii il tipico verso dei gatti che si spartiscono una preda (all’epoca avevo “solo” 23 gatti ereditati dal collega Vittorio Castorina trasferito a Lipari).
    Recuperata la cernia mi accorsi che per fortuna avevano addentato solo un lato della testa e che era ancora recuperabile.

    Nonostante l’intenzione era quella di tornare in mare per qualche giorno ne avevo avuto abbastanza!

    #202212
    mario
    Partecipante

    grande Zio Peppino 😀 😀 😀 😀 , ma ogni tanto lo sculaccia ancora suo figlio 😆 😆 😆

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