I numeri dell’arbaletologia

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  • Questo topic ha 68 risposte, 13 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 15 anni fa da bludive.
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  • #2210
    Affertus
    Partecipante

    Avrei il piacere di farvi conoscere un mio personale lavoro.
    Innanzitutto chiedo scusa per la pubblicazione “ad immagini” ma riscrivere tutto in versione “forum” mi avrebbe fatto perdere un settimana !!!

    Il lavoro è originato da una discussione nata su un altro forum, ma poichè è progressivamente diventato un discorso dotato di vita autonoma, mi piacerebbe discuterne anche con voi, avendo tra l’altro attinto a piene mani dagli studi di Giorgio sullo Jedi 106.

    PS: Troverete una versione anche in file per Word (.doc) qui:

    http://www.stefano-soriano.it/arbaffertus/documenti/numerologia/Testo.doc

    Buona lettura
    😉

    ********************************************************

    Bibliografia essenziale:

    1. http://www.bluworld.com%2FAnglani%2FBALISTICA_2Parte_1.pdf

    2. http://www.bluworld.com/Anglani/Microsoft%20Word%20-%20BALISTICA_PrimaParte.pdf

    3. http://www.dapiran.it/flash/articoli/tecnici/t23.htm

    #118332
    Lefa
    Partecipante

    Mi sembra un lavoro davvero eccellente, completo, ben esposto e percettivo con la giusta ratio tra parole e grafici!! :smt023
    Non ho ancora avuto tempo di leggerlo tutto, appena ho due minuti liberi lo finisco!

    Bravo!

    #118333
    luciano.garibbo
    Partecipante

    Il vecchio file di Filo me lo ero già  ben studiato, il nuovo non l’ho ancora visto, comunque complimenti, gran lavoro …ho stampato tutto, me lo leggerò con calma.

    C’è un link al tuo file excel?

    Ciao. Luciano

    #118334
    giodap
    Partecipante

    Affertus un ottimo lavoro il primo approcio critico allo studio di un mammasantissimo della arbaletologia. Vorrei essere fucilato da te molto volentieri ma il mio studio è prevalentemente sperimentale quindi non si discosta molto dalle previsioni e la fucilazione probabilmente sarà  rimandata….
    Lo studio di Filo è pieno di errori concettuali e di calcolo, non mi sono preso mai la briga di correggerlo perchè preferisco portare avanti uno studio scientifico vero che trovare gli errori in uno studio da praticone condotto peraltro da un ingegnere. Ti sarai reso conto come è difficile seguire il filo logico di un altro e cercare di capire cosa non torna con le tue verifiche sperimentali. Mi riservo di leggere tutto con calma e di rispondere puntualmente alle tue osservazioni, ora purtroppo devo grattare i Saber…
    Giorgio

    #118335
    luciano.garibbo
    Partecipante

    Stefano, fermo il fatto che voglio studiarmi tutto ciò che hai pubblicato, sono in linea con le considerazioni appena espresse da Dapiran.
    Del resto le mie perplessità  su quei calcoli le ho ben palesate anche altrove, senza peraltro, come hai visto, ricevere una risposta che non fosse la mancanza di tempo nel leggere 😯

    Luciano

    #118336
    ArbaArba
    Partecipante

    Cari ragazzi, Giorgio, Stefano, Luciano,

    è con piacere che vedo che Stefano ha abbastanza ben colto dei miei input nati in discussioni su altri forum (in cui ho anche illustrato in anteprima il risultato che si può ottenere da una buona simulazione) facendoli propri (nel senso che li ha elaborati in modo autonomo) andando ad analizzare il foglio di calcolo di Filippo superandolo e integrandolo con un proprio progetto di indagini sperimentali.

    Forse il limite di questo lavoro è proprio quello di partire da un foglio di calcolo sviluppato da altri (Anglani), ma è comprensibile: alcuni anni fa ho anch’io preso le mosse da qui perché lo ritenevo esaustivo fino a scoprire, come ha fatto Stefano, che il modello che ne veniva fuori era distante dalla realtà  numerica.

    Anzi proprio questo lavoro ha dato il via al mio rapporto epistolare con Giorgio (come accennavo nella mia presentazione in questo Forum).

    Lo stesso interesse per la balistica, che condivido con immenso piacere con voi, è all’origine dello sviluppo e affinamento del sensore Brummer e di altra sensoristica di cui, appena possibile, saremo felici di mostrare i primi risultati.

    Caro Stefano, non ho ancora letto con attenzione quanto da te scritto. Quindi mi riservo di tornare sulla tua esposizione al più presto.

    Visto l’interesse che ho registrato da più parti su questo argomento, penso sia giunto il momento di pubblicare sul forum uno studio organico (a puntate… 😆 ) sulla balistica che, al di là  delle formulette del foglio di calcolo, illustri alcune ragioni fisiche e i limiti stessi del modello: non dimentichiamo che sempre di modellizzazioni si tratta e che una modellizzazione altro non è che una semplificazione, a volte anche drastica, della realtà .

    Vi chiedo quindi un paio di giorni per poter mettere da parte il mio quotidiano lavoro e dedicarmi nel fine-settimana alla stesura di una pubblicazione che si possa integrare con il forum.

    Sperando che queste pubblicazioni (sia del nostro gruppo di ricerca, sia degli utenti che sempre più si mostrano competenti e curiosi) diano il via ad una fucina di idee e di risultati che possano arricchirci tutti di conoscenza.

    Ciao

    Mario

    #118337
    Lefa
    Partecipante

    Ho letto l’articolo!
    Premesso che non ho la possibilità  di fare questi tipi di tests per trovare riscontri, trovo l’approccio bottom-up la via piu breve per raggiungere concreti risultati (sono un patito del reverse engineering :mrgreen: ).
    Inoltre, se il tuo modello ha trovato riscontri con dati esterni ricavati da studi competenti e verificati non credo ci sia molto da testare!
    Non ho trovato nessun punto dove spieghi la metodologia che utilizzi per la misurazione e le condizioni, sicuramente ne hai gia parlato altrove.

    Secondo me è un buon lavoro, lascio fare ai piu esperti di me le valutazioni del caso 😉

    Una curiosità  rivolta a chi effettua questi tests: usate acqua salata nelle vasche che usate per le misurazioni?

    #118338
    Affertus
    Partecipante

    Il mio, come dice Giorgio, vuole essere un “approccio critico” alla questione balistica delle armi subacquee.

    Il mio riferirsi ai due concetti sopramenzionati non è casuale:
    il concetto della “critica” e quello delle “armi subacquee”.

    Nei confronti del primo concetto vorrei precisare che il mio approccio vuole essere in linea con la definizione stessa di “critica”, intesa in senso del tutto positiVo e non integralmente denigratorio.
    La mia critica vuole essere solo un’analisi approfondita di concetti, al fine di meglio comprendere “la natura dei fenomeni connessi e collocarli correttamente in relazione a quelli svoltisi in parallelo, in precedenza o successivi”.

    In altre parole una “critica costruttiva” !!!!!!!

    Il secondo concetto è legato all’interpretazione della definizione di “armi subacquee”.

    Dal “basso” della mia esperienza di cacciatore subacqueo, mi sono ,via …via …, reso conto che gli attrezzi di cui facciamo uso nelle nostre azioni di “caccia subacquea” sono delle entità  concettualmente ( e praticamente) classificabili come “strumenti atti alla caccia stessa” quindi “armi subacquee”.

    In tal senso la definizione e determinazione di “precisi” parametri balistici, mi sembra non soltanto “utile”, ma ormai “necessaria” nel panomarama del futuro di quella che io ormai ( penso in accordo con ciò che ho sentito più volte dalle parole del Maestro), preferisco classificare come “CACCIA” subacquea !!!!!!!

    In tal senso, si è rivolta la mia “critica” !!!!!

    #118339
    dnlzmp
    Partecipante

    @Affertus wrote:

    Il mio, come dice Giorgio, vuole essere un “approccio critico” alla questione balistica delle armi subacquee.

    Il mio riferirsi ai due concetti sopramenzionati non è casuale:
    il concetto della “critica” e quello delle “armi subacquee”.

    Nei confronti del primo concetto vorrei precisare che il mio approccio vuole essere in linea con la definizione stessa di “critica”, intesa in senso del tutto positiVo e non integralmente denigratorio.
    La mia critica vuole essere solo un’analisi approfondita di concetti, al fine di meglio comprendere “la natura dei fenomeni connessi e collocarli correttamente in relazione a quelli svoltisi in parallelo, in precedenza o successivi”.

    In altre parole una “critica costruttiva” !!!!!!!

    Il secondo concetto è legato all’interpretazione della definizione di “armi subacquee”.

    Dal “basso” della mia esperienza di cacciatore subacqueo, mi sono ,via …via …, reso conto che gli attrezzi di cui facciamo uso nelle nostre azioni di “caccia subacquea” sono delle entità  concettualmente ( e praticamente) classificabili come “strumenti atti alla caccia stessa” quindi “armi subacquee”.

    In tal senso la definizione e determinazione di “precisi” parametri balistici, mi sembra non soltanto “utile”, ma ormai “necessaria” nel panomarama del futuro di quella che io ormai ( penso in accordo con ciò che ho sentito più volte dalle parole del Maestro), preferisco classificare come “CACCIA” subacquea !!!!!!!

    In tal senso, si è rivolta la mia “critica” !!!!!

    Affertus, questo è proprio quello che si sta cercando di fare, informare l’utente medio riguardo la realtà  dei fatti, rendendolo più scaltro nell’acquisto, dandogli modo di non cadere nelle trappole del mercato, ma di spendere i suoi soldi in modo consapevole ed oculato.

    Qui nessuno pretende che tutti finiscano per conoscere a fondo la fisica e tutte le formule matematiche ad essa necessarie, quisi cerca di far capire cosa è meglio spiegandolo e sopratutto PROVANDOLO.

    Sta venendo fuori un belissimo lavoro, pian piano il materiale stà  prendendo forma.

    #118340
    Affertus
    Partecipante

    Ho letto l’articolo!
    Premesso che non ho la possibilità  di fare questi tipi di tests per trovare riscontri, trovo l’approccio bottom-up la via piu breve per raggiungere concreti risultati (sono un patito del reverse engineering :mrgreen: ).
    Inoltre, se il tuo modello ha trovato riscontri con dati esterni ricavati da studi competenti e verificati non credo ci sia molto da testare!
    Non ho trovato nessun punto dove spieghi la metodologia che utilizzi per la misurazione e le condizioni, sicuramente ne hai gia parlato altrove.

    Secondo me è un buon lavoro, lascio fare ai piu esperti di me le valutazioni del caso 😉

    Una curiosità  rivolta a chi effettua questi tests: usate acqua salata nelle vasche che usate per le misurazioni?

    Approccio bottom-up ? reverse engineering ???
    Mizzica !!!! non sapevo di aver fatto cose tanto complicate 😆 😆 😆 😆 😆 😆

    Sto cercando di ottenere quante più conferme possibili, consapevole della possibilità , anzi certezza, che ci siano errori di stima dei parametri.

    Il mio tenativo è quello di restringere tali errori in un “range” accettabile ( considerando che nella realtà  in cui lavoro, in genere, si considera accettabile un valore del 5 % di possibilità  di errore di valutazione).

    Per tale motivo ( rispondo a Luciano ), non ho ancora pubblicato il file execel.
    Spero di farlo presto.

    #118341
    Lefa
    Partecipante

    Mi trovo daccordo con la tua affermazione, stabilito il campo di variazione entro il quale i parametri svolgono il compito per i quali sono stati progettati, cercare la precisione assoluta senza scarti diventa inutile.

    Raccogli quanti piu fucili trovi e continua a incrociare!

    Sarebbe bello avere il programma scritto (tipo C+ o VB) come per i vari programmi di balistica che ci sono in giro!
    Io uso winballit da molti anni, sarebbe il top avere un ambiente grafico compilato ad hoc, senza dover avere Excel!
    Farebbe il giro del mondo 8)

    #118342
    Affertus
    Partecipante

    Penso di aver intuito un particolare di un’importanza FONDAMENTALE, nel calcolo dei coefficienti balistici.

    Nel foglio di calcolo di Anglani era prevista un’approssimazione secondo al formula :

    dove “C” è il calibro ed “i” è il coefficente di forma.

    Ho trovato altresì un lavoro riferito alle armi da fuoco ( http://www.earmi.it/balistica/balest.htm ) con concetti generali molto interassanti da leggere
    Consiglio di dare un’occhiata specie alla parte dei coefficienti balistici. 🙄 🙄 🙄 .:roll: 🙄 🙄 .

    In particolare nella citata pagina web viene riportato quanto segue:

    ….Ovviamente poi la resistenza varia a seconda della forma più o meno aerodinamica del proiettile e risultati precisi si possono ottenere solo su basi sperimentali, redigendo per ogni proiettile apposite tavole di tiro, cosa che fa ogni esercito per le sue artiglierie.
    Per calcoli di una certa approssimazione, si sono però studiate delle leggi generali di resistenza dell’aria, più che sufficienti per scopi pratici: dopo aver tracciato sperimentalmente le curve della resistenza dell’aria riferite a diversi tipi di proiettile, si è ricavata una curva intermedia teorica o riferita ad un proiettile tipo; da questa, introducendo un coefficiente (coefficiente balistico, ricavato dal suo calibro e dal suo peso, integrato dal coefficiente di forma “i”, ricavato dalla forma del proiettile), che indicano il rapporto tra proiettile tipo e proiettile in esame, si risale ai valori reali.

    a causa della forza resistente dell’acqua, notevolmente superiore rispetto a quella dell’aria, NON è possibile applicare ( a mio avviso ) la formula e la metodologia sopracitata per i diverisi diametri di asta.

    Personalmente sono giunto alla conclusione che, per quanto riguarda le armi subacquee, è necessario usare obbligatoriamnente una formula tipo :

    dove venga compresa, oltre al diametro e al coefficiente di forma, anche la MASSA del proietto, ricavandone alla fine apposite tabelle di coefficienti balistici per ogni singola asta.

    Tradotto in parole semplici vuol dire che è impossibile ( almeno per me ) effettuare una generalizzazione per le varie aste usando coefficenti balistici che facciano riferimento al solo diametro.

    Tradotto ancora in modo più semplice significa una cosa:
    per OGNI asta vanno calcoti i relativi coefficienti balistici.
    Ossia al variare di MASSA, diamtetro e forma vanno calcolati gli specifici coefficienti balistici.

    Solo così si possono derivare i parametri balistici per le varie aste.

    😉

    #118343
    ArbaArba
    Partecipante

    Esatto. Hai intuito bene. Ma il nostro proiettile è ancora un po’ diverso…

    La formula che riporti inizialmente è quella che Filippo ha inserito nel suo foglio di calcolo iniziale… ci sono delle caselle nascoste, se non ricordo male.

    Tuttavia come vedrai, pur mantenendo un senso, sono proprio quei parametri a fallire… e sono fondamentali. Se ne può fare un aggiustamento che si adatta bene, ad esempio, alle aste usate da Dapiran per le famose riprese in vasca di tiro nel 2001 (? mi pare sia questa la data… il Maestro mi perdoni!). Non credo sinceramente che avrò il tempo e lo spazio per mettere tutto assieme in uno/più articoli per cui magari se ne discuterà  direttamente sul forum.

    Ci sto lavorando ma mi sto accorgendo che ho accumulato troppi dati…

    Concordo assolutamente con te sul fatto che ogni asta è un mondo a se per una serie innumenrevole di ragioni che puoi intuire. Spero di riportare in questo primo articolo anche un esempio di quanto dici: l’effetto del conetto che Giorgio montò sull’asta da 6.5 del SJ sul coefficiente balistico… anzi sul coefficiente di smorzamento.

    Dammi tempo…

    Mario

    #118344
    Affertus
    Partecipante

    Partendo dai grafici di Giorgio del 2001, ho derivato i coefficienti balistici per le aste ( un coefficiente per ogni asta ).

    Ho una sorpresa che spero di postare quanto prima.

    Ho incrociato i dati dei grafici con quelli relativi al mio 86 autocostruito con asta da 6.35 ( non presente nei grafici di Giorgio ) e devo dire che ho ottenuto un buona corrispondenza.

    La formula che ho riportato è la stessa di quella di Filippo, ma io l’ho presa dal sito “earmi” di cui ho postato prima il link.

    #118345
    ArbaArba
    Partecipante

    Hai confrontato i coefficienti sia di Jedi che di Super Jedi? Se non lo hai ancora fatto, fallo! E’ interessante.

    Ma il confronto lo hai fatto dai dati sperimentali o dal foglio di Filo?

    Mario

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